La lotta biologica alle zanzare


La tutela ambientale si realizza anche con interventi di dezanzarizazzione a impatto ecologico nullo. L’adesione ai principi della lotta biologica è efficace se il principio biologico è ben conosciuto e viene applicato correttamente.

L’osservazione della natura ci ha permesso di capire che, in alternativa all’utilizzo di prodotti chimici più o meno tossici e di sicuro impatto ambientale, è possibile ricorrere a meccanismi di controllo naturali per il contenimento degli insetti.

Questi rappresentano la base della lotta biologica, vale a dire l’insieme di tecniche e di sistemi che sfruttano al meglio gli antagonisti naturali degli organismi che possono arrecare danno all’uomo.

L’applicazione dei metodi di lotta biologica richiede però una buona conoscenza del parassita, del suo ciclo biologico e di come l’ambiente può influenzare il rapporto tra parassita e antagonista.

In natura durante la fase acquatica le larve di zanzara sono facile preda di pesci, delle forme giovanili di libellule, di larve e adulti di coleotteri. Le zanzare adulte vengono invece decimate da uccelli e pipistrelli.

Nel campo della disinfestazione zanzare gli agenti biologici maggiormente utilizzati sono Bacillus thuringiensis, alcuni nematodi e funghi e, con risultati contrastanti, il pesce Gambusia.

Il Bacillus thuringiensis è un batterio totalmente innocuo per l’uomo, gli animali e i pesci. La sua azione non è persistente e si esaurisce nell’arco delle 24 ore. Il suo impatto ambientale è pressoché nullo.

Pur in uso da diversi anni, il Bacillus thuringiensis non ha finora comportato la selezione di ceppi resistenti. Il batterio viene utilizzato nella lotta larvale ma non di rado si sono avute anche applicazioni contro gli adulti.

Il suo utilizzo richiede una buona conoscenza della biologia della zanzara e delle condizioni di applicazione poiché la sua efficacia è condizionata da diversi fattori biologici e ambientali. Ad esempio non tutte le larve di zanzara tigre mangiano alla stessa profondità: alcune si nutrono in superficie, altre in profondità.

Il Bacillus thuringiensis sedimenta più velocemente nell’acqua se in essa sono presenti particelle sospese sulle quali può essere adsorbito. Una volta raggiunto il fondo diventa di fatto inefficace. Quindi in acque particolarmenteinquinate, a causa del ridotto tempo di esposizione alle larve, il trattamento rischia di essere meno efficiente.

Se l’acqua è fredda le larve di zanzare mangiano di meno e di conseguenza minore è la dose che viene da loro assunta. Pertanto trattamenti eccessivamente precoci rischiano di essere inutili e anti-economici.

La stessa distribuzione del prodotto deve tenere conto che le larve di zanzare tendono a raggrupparsi in zone riparate e ombreggiate dove il batterio non sempre può arrivare se applicato in modo non localizzato.

Se inoltre le larve sono presenti in elevate quantità, la dose normale può non essere sufficiente per abbattere la popolazione: ogni larva assume meno batterio e quindi non è detto che abbia luogo l’azione letale.

Bacillus thuringiensis non ha lo stesso effetto su tutte la larve. La sua sensibilità diminuisce con l’età larvale. Trattamenti ritardati non sortiscono lo stesso effetto di trattamenti eseguiti quando le larve di zanzare sono all’inizio del loro ciclo.

Per raggiungere livelli di mortalità ottimali è opportuno essere a conoscenza di tutto quanto sopra riportato allo scopo di ottenere la massima efficienza di risultati.

Bibliografia:
Bellini R., Veronesi R., Venturelli C., Angelini P. – Linee guida per la sorveglianza e lotta della zanzara tigre in Italia – Servizio Saniitario Regionale Emilia Romagna, 2005

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