Tarli del legno

 

 

Capita di sentire dire le tarme del legno: è sbagliato. Se si allude agli insetti che rodono il legno è giusto chiamarli tarli del legno.
Ma se non si è esperti della materia, in qualche modo si è scusati. Tuttavia, il linguaggio dovrebbe essere sempre preciso, e un po’ di chiarezza è necessaria, anche per evitare spese inutili.

Chiarisco: i tarli rodono il legno e le tarme i tessuti. E’ una sintesi che non considera alcune delicate sfumature. Per esempio, i tarli – per esattezza i Lictidi – attaccano anche il bamboo, che non è un legno; e le tarme oltre ai tessuti potrebbero attaccare anche alcuni alimenti, ma con danni da poco.
In ogni caso se siete esasperati dal rumore che giunge da una trave, suggerisco di curare il legno dai tarli; mentre, se trovate dei buchi nei maglioni, è giusto pensare alle tarme.

Perché nella parlata popolare si  mescolano i tarli del legno con le tarme dei tessuti? Tarli e tarme hanno in comune i verbi che avvertono della loro azione rovinosa: rosicchiano, corrodono, bucherellano… Poi, a fare confusione intervengono anche i dizionari, che considerano tarlare e tarmare due sinonimi.

 

Anobidi - Tarli del legno - Disinfestazione tarli
Tarlo della famiglia degli Anobidi (tarlo dei mobili). E’ un insetto lungo pochi mm. Infesta la mobilia, ma anche i soffitti e i pavimenti in legno.

 

Sembra di voler spaccare il capello in quattro, ma stiamo parlando di due insetti completamente diversi. E nel caso di una disinfestazione dobbiamo rendere certo il nostro agire: se un giorno troverete il pavimento di casa tappezzato di piccole farfalle, non pensate che siano tarli. Non preoccupatevi per le travi o per i mobili, ma guardate altrove: i tappeti, le coperte, il guardaroba, e anche le derrate della cucina.

  1. I tarli sono insetti che causano danni al legno perché si cibano dei costituenti del legno, e per questo sono chiamati anche insetti xilofagi. Ci preoccupano perché rovinano mobili, pavimenti, boiserie e soffitti. Sono coleotteri con un aspetto particolare che salta all’occhio, e non possono essere scambiati con delle piccole farfalle.
    Per aiutarti a distinguerli dalle tarme ti dico che hanno un corpo con un rivestimento duro, quasi una corazza. Per praticità ho forse sfrondato troppo, e questa semplificazione potrebbe far arricciare il naso a qualcuno.
    Le diverse specie di tarli hanno dimensioni diverse: i tarli dei mobili sono simili a piccoli maggiolini, lunghi solo 2 o 3 mm; mentre gli strepitanti tarli delle travi (capricorni), sono lunghi fino a 2 cm e hanno antenne sviluppate.
  1. Le tarme allo stadio d’insetto adulto sono piccole farfalline (lepidotteri) con un’apertura alare di circa 1 cm, si nutrono di una proteina (cheratina) contenuta ad esempio nella lana, nelle piume, nei peli. Attaccano indumenti, tappeti, materassi, cuscini, pellicce ecc. Accenno a due insetti che ricorrono nelle case: la tarma della lana e delle pellicce (Tinea pellionella) e la tarma dei panni(Tineola bisselliella).
Capricorno delle case - Trichoferus holosericeus - Disinfestazione tarli
Il Capricorno delle case (in questo caso Trichoferus holosericeus) infesta le travi di latifoglie (castagno, quercia …). La presenza delle larve dentro il legno si annuncia con un rosicchiare ritmico, a volte molto fastidioso.

 

Se qualche volta avete confuso tarme e tarli siete perdonati, ma da oggi è meglio evitare l’errore, potrebbe costarvi caro. Una disinfestazione eseguita senza un obiettivo chiaro è sempre infruttuosa. Di certo è un’evitabile interferenza con i polmoni e con l’ambiente.

La lotta è un altro elemento di distinzione. Per i tarli del legno applichiamo il trattamento a microonde metodo Eurogreen; per le tarme dei tessuti combiniamo trattamenti con insetticidi e sistemi di lotta biotecnologica. Questi ultimi prevedono l’impiego di trappole attivate con feromoni, per la cattura delle farfalle nel periodo della riproduzione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tarli del legno e tarme dei tessuti

Capita a volte di sentire parlare di tarme del legno. E’ un errore. Le tarme del legno non esistono. Esistono invece i tarli del legno.

Tarme e tarli sono due insetti diversi. I primi sono lepidotteri; i secondi coleotteri.

Diverse sono anche le nicchie ecologiche e le matrici organiche sulle quali si sviluppano. Le tarme sono piccole farfalline con un’apertura alare di circa 10mm, che si nutrono preferibilmente di cheratina, una proteina contenuta in peli, piume e pelle. Attaccano svariati materiali organici quali indumenti, tappeti, materassi, cuscini, pellicce.

I tarli sono invece insetti xilofagi. Vivono nei manufatti lignei dove, a seconda della specie, si nutrono dei polimeri complessi che costituiscono il legno: cellulosa, emicellulose, lignina, amido. Sono agenti di biodeterioramento del legno e causano danni su mobili, soffitti, travi, parquet, etc.

Ciò nonostante i due nomi (tarli e tarme) a volte sono utilizzati con equivalenza generando confusione: il riferimento alle tarme del legno è fuorviante. Le tarme non possiedono corredi enzimatici da consentire loro la digestione dei componenti del legno.

Le tarme provocano danni su indumenti ed accessori realizzati con pelle, lana o piume. Le larve delle tarme sono dotate di un robusto apparato masticatore. Manifestano la loro presenza con erosioni o fori che possono interessare più strati nel caso di indumenti ripiegati negli armadi. Particolarmente dannosi sono gli attacchi ai peli delle pellicce che si distaccano lasciando aree estese prive di copertura.

Le tarme appartengono alla famiglia dei Tineidi (Tineidae). Le larve generalmente vivono in ricoveri costruiti con seta mista a materiali vari.

Tra queste si citano Tineola bisselliella e Tinea pellionella.

La prima, meglio conosciuta come “tarma chiara dei panni” è famosa anche per attaccare collezioni di insetti. E’ polifaga: le larve attaccano vestiti di lana, pellicce e piumaggi ma anche sostanze conservate come semi e farine. Possono nutrirsi degli escrementi emessi da larve della generazione precedente.

Gli adulti compaiono in genere in primavera ed il loro compito è unicamente riproduttivo. Le uovavengono deposte sui tessuti. Da queste usciranno, nel giro di 10-15 gg, le larve che inizieranno a costruire tubi sericei entro cui si svilupperanno, spostandosi e cercando luoghi riparati.

Tinea pellionella, la “tarma della lana e delle pellicce“, si nutre di piume e penne di uccelli ma anche peli di mammiferi (es. lana). Nelle abitazioni attacca di preferenza tessuti di lana e piume; talvolta anche fibre di seta e cotone. Le larve si rivestono di un astuccio sericeo.

L’incrisalidamento avviene spesso negli angoli dei muri, nelle anfrattuosità o tra le crepe dei mobili (da qui spesso la confusione con i tarli del legno).

Abitudini diverse manifesta invece Tinea granella (falsa tignola del grano). Essa vive a spese di alimenti conservati: cereali, biscotti, farine, frutta secca e semi. La sua presenza è inconfondibile: il materiale attaccato viene avvolto con una bava sericea creando dei grumi superficiali dell’alimento.

Diversi sono gli insetti, diversa è la metodologia di controllo. Per i tarli del legno si applica il trattamento a microonde metodo Eurogreen; per le tarme dei tessuti il controllo viene eseguito con trattamenti insetticidi e successivo monitoraggio bio-ecologico.

Per risolvere un problema bisogna conoscerlo.

Bibliografia:
Tremblay E. – Entomologia applicata – Liguori Editore, 1990
Puccini  V., Tarsitano E. – Parassitologia urbana – Edagricole, 2003
Suss L., Locatelli D.P. – I parassiti delle derrate – Calderini Edagricole, 2001