Difesa fitosanitaria e ambiente


Protezione degli alberi e tutela delle persone

Come gli uomini e gli animali anche le piante sono soggette a diverse malattie: ma mentre nell’uomo i nemici più temibili sono compresi tra virus e batteri, nelle piante sono gli insetti, gli acari, i nematodi, i funghi (ma anche batteri e virus) che lottano tra loro per trovare spazio sugli alberi e quindi svilupparsi.

Il loro insediamento a volte è tollerato dalle piante che non evidenziano alcuna alterazione importante. In altri casi invece l’attacco può causare severi danni e talvolta portare anche alla morte l’esemplare.

I decreti di lotta obbligatoria rispondono all’esigenza di limitare al massimo questi ultimi parassiti. In passato diversi patogeni hanno preoccupato coloro che lavorano nel verde. Basti pensare alla forte infestazione di Ifantria degli anni Ottanta che ha creato non poche preoccupazioni a causa della sua polifagia.

La difesa fitosanitaria è lo strumento utilizzato da chi ha a cuore gli alberi e li vuole proteggere da tutte quelle avversità che ne potrebbero compromettere non solo la crescita ma anche la vitalità.

Il problema, non sempre chiaro, è come e quando applicare la difesa fitosanitaria. Si deve curare l’albero non appena manifesta i primi segni di della malattia o si deve aspettare che i sintomi diventino eclatanti? Si devono utilizzare i comuni prodotti chimici o è possibile trovare in commercio prodotti alternativi a minor impatto ambientale?

Queste sono solo alcune domande che si deve porre colui che vuole tutelare la salute degli alberi. La risposta non è mai univoca. Sono diverse le variabili che si devono considerare e chi lavora nel settore deve essere ben a conoscenza di queste variabili.

Bisogna conoscere con esattezza l’agente patogeno che provoca il danno. Bisogna conoscere la sua biologia e sapere esattamente quel è il momento della sua massima vulnerabilità. Bisogna conoscere con precisione l’offerta dei prodotti che possono essere utilizzati per il suo contenimento. Ma soprattutto bisogna conoscere le interazioni tra albero e parassita.

È assolutamente errato ritenere che la sola presenza del parassita sia la condizione primaria per l’intervento: in molto casi l’albero è in grado di tollerare alcuni attacchi parassitari.

Nell’agricoltura tradizionale si interviene quando l’agente patogeno supera la soglia di tolleranza, vale a dire quella soglia oltre la quale il danno provocato dal parassita supera il costo del trattamento.

In città non è applicabile questa soglia poiché si deve considerare una variabile di difficile determinazione: il fastidio provocato dall’agente patogeno agli utenti di un’area verde o di un viale stradale.

Come esempio si consideri la tingide del platano, un insetto che colonizza le foglie dell’albero e attraverso una miriade di micropunture devitalizza buona parte dei lembi fogliari riducendone l’attività fotosintetica. Nel tempo si è ritenuto che un tale attacco potesse essere ben sopportato dai platani che sono alberi di grande mole. Anzi si prospettava l’idea che un certo attacco fosse anche benefico per contenere l’enorme sviluppo di questi alberi di prima grandezza.

In verità la presenza della tingide non può essere trascurata poiché in caso di forti infestazioni oltre ai danni provocati all’albero, può costituire un elemento di disturbo per i cittadini. L’insetto infatti si “deposita” sulle persone che si trovano a sostare sotto la chioma dell’albero e, nei casi di viali stradali con alberi messi a dimora a ridosso degli edifici, entrano addirittura nelle abitazioni attraverso le finestre aperte e arrivano a pungere anche l’uomo e gli animali domestici eventualmente presenti.

Appare pertanto ovvio che in questi caso l’intervento non debba più essere commisurato alla suscettibilità dell’ospite-platano ma debba tenere conto anche delle eventuali molestie che possono essere arrecate alla popolazione.

Da tutte queste considerazioni emerge pertanto che la difesa fitosanitaria non può essere improvvisata e lasciata nelle mani di persone poco competenti. Eurogreen queste cose le sa ed è per questo che forma il proprio personale affinché tutte le problematiche legate alla protezione degli alberi siano ben conosciute ed applicate.

La difesa fitosanitaria viene attuata solo quando esiste la necessità dell’intervento a salvaguardia non solo della pianta ma anche dell’utente. Se questa necessità non sussiste il trattamento non viene eseguito. Ove possibile si cerca comunque di privilegiare la lotta biologica mediante l’utilizzo di antagonisti, trappole a feromoni, eliminazione degli ospiti secondari.

E anche quando non si possa fare a meno dell’intervento chimico, i prodotti impiegati sono rigorosamente a basso impatto ambientale nel pieno rispetto della tutela dell’ecosistema.

Bibliografia:
Tremblay E. – Entomologia applicata – Liguori Editore, 1990

Graziano Poli

Sono un disinfestatore esperto. I miei progetti di lavoro sono orientati all'ecologia applicata, e alla prevenzione. Per hobby fotografo la natura; anche quella che entra dentro casa.

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