Prevenzione e lotta alla zanzara tigre


Si dice che prevenire è sempre meglio di combattere e nel caso della zanzara tigre questo proverbio è quanto mai azzeccato. Ma prevenire vuol dire intervenire prima che la zanzara faccia sentire la sua presenza agendo sui focolai di infestazione. La lotta larvicida è sempre più efficace di quella adulticida.

Il contenimento della zanzara tigre richiede necessariamente un piano di prevenzione allo scopo di ridurre o addirittura eliminare quei fattori che portano alla diffusione dell’insetto e che rappresentano i fattori predisponenti la diffusione.

Quando la gente avverte il fastidio arrecato dalle punture delle zanzare, si può ben affermare che la colonia è già saldamente radicata nel territorio.

Poiché è notorio che la zanzara tigre depone le uova in piccoli ristagni idrici, la prima prevenzione da attuare consiste nell’evitare qualsiasi accumulo di acqua dolce che possa attrarre le femmine gravide.

In ambito industriale potenziali focolai d’infestazione possono essere anche i depositi di rottamazione auto, i depositi di copertoni e i vivai.

In ambito domestico sottovasi, bacinelle e contenitori di qualsiasi tipo devono essere svuotati, eventuali raccolte di acqua devono rimanere coperte mentre è importante il controllo delle grondaie che non devono intasarsi creando ristagni idrici.

In ambito cittadino le caditoie e i tombini per la raccolta e lo smaltimento delle acque di superficie devono essere tenuti sotto controllo e trattati periodicamente tenendo presente che i chiusini posti in fondi privati vengono generalmente riforniti continuamente per effetto dell’irrigazione di orti, mentre i chiusini posti sul suolo pubblico ricevono acqua unicamente dalle precipitazioni ed eventualmente dal lavaggio delle strade.

Un luogo insospettabile dove la zanzara tigre trova condizioni favorevoli sono i cimiteri dove l’elevata presenza di vasi e di sottovasi crea innumerevoli luoghi di possibile ovodeposizione per le femmine. A tal proposito è importante sottolineare che lo svuotamento dei sottovasi non deve avvenire nei tombini (sarebbe unicamente un travaso di acqua da una pozza ad un’altra) ma direttamente a terra. La percolazione dell’acqua e il successivo prosciugamento del terreno non consentirà alle larve di completare lo sviluppo.

I trattamenti di dezanzarizzazione devono essere rigorosamente effettuati con prodotti autorizzati dal Ministero della Salute e devono essere utilizzati seguendo scrupolosamente le note riportate in etichetta.

I trattamenti più efficaci sono quelli larvicidi che spesso hanno azione collaterale anche contro la zanzara comune(Culex….).

I trattamenti larvicidi sono mirati all’ambiente di sviluppo delle larve e devono limitarsi a quei focolai in cui la sola prevenzione è sufficiente al contenimento (es. tombini d’acqua).

Tra i prodotti maggiormente utilizzati si segnala il Bacillus thuringiensis, un batterio la cui tossicità nei confronti dell’uomo e degli animali è nulla.

I tombini e le caditoie prima di essere trattati devono essere ripuliti da fango, foglie e sporcizia varia per evitare che queste interferiscano con l’efficacia del trattamento stesso. I trattamenti possono essere eseguiti tra aprile e ottobre.

Con elevate presenze di Aedes albopictus può essere necessario ricorrere ad interventi adulticidi che comunque sono meno efficaci e a maggior impatto ambientale.

Il trattamento in questo caso non è circoscritto ma deve comprendere tutti i luoghi umidi e ombreggiati dove è più facile ritrovare la zanzara tigre. A questo proposito è utile trattare anche siepi e cespugli ma soprattutto il prato dove l’erba è più alta e dove possono formarsi dei focolai di riproduzione.

I prodotti da utilizzare sono preferibilmente i piretroidi.

Bibliografia:
Bellini R., Veronesi R., Venturelli C., Angelini P. – Linee guida per la sorveglianza e lotta della zanzara tigre in Italia – Servizio Saniitario Regionale Emilia Romagna, 2005
Atti del Convegno “La zanzara tigre compie 15 anni: cosa sappiamo e cosa dovremmo sapere – Giulianova, 2005

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