I tarli e la degradabilità del legno


Che i tarli del legno si nutrano delle sostanze contenute nel legno di cui è costituita una trave o un mobile è ampiamente risaputo.

Funghi degradatori del legno

Meno immediato è il ruolo ecologico che in natura viene svolto da questi insetti che diventano però problematici quando attaccano travi, soffitti o pavimenti lignei delle nostre case.

Per chiarire meglio il concetto bisogna partire dalla consapevolezza che la materia nei sistemi ecologici non è in uno stato di immobilità ma viene continuamente riciclata trasferendosi dall’ambiente agli organismi e da questi di nuovo all’ambiente.

In un ecosistema gli organismi vegetali (es. gli alberi) sono in grado di convertire, utilizzando l’energia luminosa, le molecole inorganiche (fondamentalmente i sali minerali contenuti nel terreno) in sostanze organiche: carboidrati, proteine, lipidi e acidi nucleici.

Il flusso garantisce e sostiene le componenti viventi che nel sistema biologico necessitano di materia organica per vivere (gli animali e l’uomo). Tale flusso unidirezionale sarebbe destinato ad esaurirsi in breve tempo se non esistesse un parallelo flusso “controcorrente” in grado di liberare il carbonio e gli altri elementi fissati momentaneamente nella materia organica.

Fori di insetti xilofagi

Questa importante funzione di riciclo viene svolta da microrganismi mineralizzatori come i batteri e ifunghi.

La velocità di biodegradazione delle molecole organiche varia da sostanza a sostanza: alcune molecole vengono degradate in breve tempo; altre richiedono anni.

Il legno degli alberi è un tipico esempio di materiale a lenta degradabilità.

Cellulosa, emicellulose e lignina sono componenti fondamentali del legno; responsabili della resistenza meccanica ma anche sostanze di difficile degradazione che richiedono tempi lunghi per la loro mineralizzazione.

I batteri cellulosolitici e ligninolitici impiegano anni per degradare il tronco morto di un albero: il loro attacco è lento e avviene dall’esterno.

In questo contesto gli insetti xilofagi (e quindi i tarli del legno) accelerano il processo di liberazione del carbonio e di tutti gli altri elementi fissati nel legno.

I tarli del legno infatti riescono a degradare la cellulosa e la lignina grazie a microrganismi simbionti che albergano nel loro intestino. L’attività escavatoria delle larve fornisce continua materia prima a questi microrganismi che riescono a ricavare e a trasferire energia agli insetti ospiti.

In questo modo il processo di mineralizzazione parte dall’interno del tronco ed in caso di forti infestazioni produce più punti di degradazione.

Se il processo è ampiamente auspicabile in un ambiente naturale come la foresta o il bosco per il ricircolo della sostanza organica, lo stesso processo diventa preoccupante per chi invece il legno lo vuole utilizzare come un bene durevole.

Fori di tarli su travi

Soffitti, tetti, mobili (solo per fare alcuni esempi) sono costruiti per durare nel tempo. Ma per fare questo bisogna lottare contro il naturale processo di degradazione svolto anche dai tarli del legno.

L’infestazione di un materiale ligneo è un fatto naturale che risponde alla logica del dinamismo bio-ecologico.

Per proteggere un manufatto ligneo è bene ritardare quanto più possibile il processo di degradazione attraverso il monitoraggio e il pronto intervento nel caso in cui venga accertata una infestazione da tarli.

Spesso le cause che hanno prodotto l’infestazione sono da ricercare a monte, nel materiale ligneo che già all’atto del conferimento celava la presenza di insetti xilofagi; altre volte l’infestazione è posteriore.

In entrambi i casi è importante verificare il grado e la tipologia di infestazione onde meglio indirizzare il trattamento antitarlo e riportare il bene ligneo ad una condizione di indennità.

Per il controllo dei tarli Eurogreen ha perfezionato il sistema a microonde introducendo varianti tecnologiche che garantiscono il risultato con minor dispendio energetico. Il progresso tecnologico coadiuvato dalla ricerca scientifica consente l’ottimizzazione del sistema con valenze ecologiche ancor più rilevanti.

Bibliografia:
Anselmi N. – Govi G. – Patologia del legno – Edagricole, 1996
Berti Nardi R. – La struttura anatomica del legno – CNR Ivalsa, 1976
Caneva G., Nugari M.P., Salvadori O: – La biologia vegetale per i ben culturali – vol 1 – biodeterioramento e conservazione – Nardini Editore, 2007

Graziano Poli

Sono un disinfestatore esperto. I miei progetti di lavoro sono orientati all'ecologia applicata, e alla prevenzione. Per hobby fotografo la natura; anche quella che entra dentro casa.

Aree geografiche di intervento

Effettuiamo trattamenti antitarlo nelle seguenti regioni:
Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo.