I roditori nell’industria alimentare


 

Se non si rimuovono le cause, il problema non può essere risolto; anche un buon piano di controllo verso i roditori servirebbe a poco.
La causa di un’infestazione cronica, potrebbe annidarsi nelle numerose opportunità che un ambiente caotico offre: per il rifugio e la costruzione di tane, per la discontinuità determinata tra le stazioni di avvelenamento, per un’alimento sempre disponibile conseguente alla scadente gestione dei rifiuti o dei residui di lavorazione, per la competizione che queste giacenze possono esercitare nei confronti delle esche tossiche.

Le industrie alimentari sono costantemente esposte al rischio di una contaminazione biologica, conseguente alla presenza degl’infestanti. Per evitare le problematiche igienico sanitarie che potrebbero derivare da un’infestazione, negli stabilimenti è indispensabile attivare alcuni servizi di lotta antiparassitaria.
Cert’infestanti potrebbero essere caratteristici dell’indirizzo produttivo di un’azienda, altri, sono invece connaturati ad ogni ambiente; nei confronti di queste specie cosmopolite, si dovrebbe sempre attivare una difesa che, se correttamente gestita, inizierebbe con la prevenzione.

I roditori sono animali di successo ed esistono ovunque; occupano una gran quantità di nicchie ecologiche, anche per via della loro capacità di adattamento alle differenti condizioni dell’ambiente. L’ordine dei Roditori comprende numerose specie, ma dal punto di vista dell’industria alimentare – all’infuori di vicende contingenti o riferibili alla particolare collocazione di un’azienda -, nella maggioranza dei casi ci si riferisce ai topi e ai ratti.

Topi e ratti possono cibarsi di generi alimentari contaminandoli anche con l’urina e le feci; in alcuni casi potrebbero essere frantumati dai macchinari di lavorazione e i pezzi del loro corpo rischierebbero di finire nel prodotto finito.
Causano gravi problemi sanitari, ma anche incalcolabili danni d’immagine: quale danno può derivare ad un’industria alimentare se venissero trovate rosure, feci, frammenti di topo o di ratto in una confezione venduta? quali sarebbero i danni se le tracce venissero rilevate da auditor o dall’autorità sanitaria competente? quanti cortocircuiti elettrici e conseguenti arresti della produzione potrebbero essere imputati ai ratti?

L’infestazione dei corpi di fabbrica di un’azienda può verificarsi per via di un’istintiva pressione dei roditori verso le strutture, attirati dall’alimento e dagli odori che esalano le lavorazioni; le incursioni potrebbero essere azioni di soggetti che vivono nelle aree esterne prossime ai perimetri. Ma un topo o un ratto possono penetrare nello stabilimento anche casualmente, superando ogni barriera sanitaria predisposta, ad esempio, se trasportati nei magazzini con il rifornimento delle materie prime.
Quale che sia il tramite di una possibile infiltrazione, la presenza anche di un solo esemplare dentro i reparti di produzione è inaccettabile, e l’evento va affrontato con prontezza.

Un efficace piano di controllo dev’essere organizzato predisponendo almeno tre livelli di sorveglianza; ognuno progettato per: soddisfare i punti critici rilevati, per coerenza alle diverse sensibilità degli ambienti da proteggere e tenendo conto delle esigenze di praticità. Si dovranno presidiare le aree interne allo stabilimento, il perimetro esterno degli edifici e ogni ambito di periferia, specie se in continuità con ambienti rischiosi.
Nelle scelte il principio tecnico dovrebbe sempre imporsi, superando ogni possibile obiezione alla richiesta di una variazione delle abitudini consolidate.

Il sistema scelto per il controllo dei roditori, la tipologia dei dispositivi, la loro installazione e la frequenza degl’interventi dipendono da alcune variabili che devono essere pesate con diligenza scientifica, affinchè l’organismo degl’impianti eroghi le migliori prestazioni e garantisca la sicurezza.
Il tema della sicurezza della lotta antiparassitaria dev’essere declinato per ogni  iniziativa e  dovrebbe sovrapporsi senza sbavature a ogni presidio in atto. In particolare si eviterà ogni pericolo derivante da una contaminazione chimica determinata dall’uso di esche tossiche.

Oltre alle abituali attività di controllo chimico, a causa delle particolari doti di scaltrezza e prolificità di topi e ratti, è auspicabile una costante sorveglianza degli ambienti: per la rilevazione degli eventuali sintomi e segni di un’infestazione, e per il controllo dei dettagli delle infrastrutture che devono funzionare come efficaci barriere verso i tentativi d’intrusione.
In ogni caso, anche una condizione virtuosa raggiunta e mantenuta per lungo tempo, dev’essere confermata da un monitoraggio costante, basato su dispositivi di cattura o che rilevano le tracce.

Un argomento di base che dovrebbe essere compreso per una corretta azione preventiva e per un’efficace lotta verso i roditori, è quello della capacità portante dell’ambiente. E’ una questione che evoca la confusione di certi spiazzi attorno agli edifici degli stabilimenti alimentari.
Per capacità portante s’intende l’idoneità di un ambiente e delle sue risorse nel sostenere una popolazione: solo un certo numero d’individui può vivere in un particolare ambito avendo a disposizione risorse limitate.
Nel caso di un basso numero di roditori, la profilassi industriale avrebbe più possibilità di successo: sarebbe più difficile fronteggiare le numerose famiglie che potrebbero vivere prosperose, avvantaggiate da condizioni vitali favorevoli.
La responsabilità di limitare le risorse a disposizione di topi e ratti è dell’uomo, che dovrebbe comportarsi rispettando alcune fondamentali regole d’igiene ambientale.
Il concetto potrebbe essere grossolanamente tradotto con queste parole: se non si rimuovono le cause, il problema non può essere risolto; anche un buon piano di controllo servirebbe a poco.

La causa di un’infestazione cronica, potrebbe annidarsi nelle numerose opportunità che un ambiente caotico offre: per il rifugio e la costruzione di tane, per la discontinuità determinata tra le stazioni di avvelenamento, per un’alimento sempre disponibile conseguente alla scadente gestione dei rifiuti o dei residui di lavorazione, per la competizione che queste giacenze possono esercitare nei confronti delle esche tossiche.

Si dovrebbero in primo luogo adottare alcune misure preventive:

  • il controllo della vegetazione spontanea con tagli frequenti o mediante diserbo chimico;
  • verificare la pavimentazione e il drenaggio delle aree perimetrali esterne in modo da evitare ristagni idrici;
  • il materiale stoccato provvisoriamente sui piazzali prima di essere portato all’interno dello stabilimento dev’essere ispezionato per evitare il trasporto passivo di topi e di ratti;
  • le sostanze rese non devono sostare in locali adiacenti i locali di preparazione e confezionamento dei prodotti finali;
  • rimozione giornaliera dei residui di lavorazione, il loro accumulo è un attrattivo per i roditori;
  • evitare di accatastare nelle aree esterne e a ridosso dei muri perimetrali materiali in disuso dove si possono annidare i roditori;
  • eliminazione di ogni forma di passaggio facilitato tra l’interno e l’esterno dell’azienda o anche tra i locali mediante sigillatura delle fessure, dei fori sulle pareti, delle canaline passacavi;
  • chiusura dei pozzetti di ispezione degl’impianti sotterranei;
  • sifonatura degli scarichi;
  • i macchinari o gli strumenti momentaneamente inutilizzati o fuori produzione devono essere puliti e protetti, per evitare che diventino rifugio d’infestanti;
  • informazione e sensibilizzazione del personale sull’adozione di comportamenti che favoriscono l’igiene e la pulizia dei locali.

© Graziano POLI

Bibliografia:
Suss L., Pezzato G. – Prevenzione delle infestazioni nelle industrie alimentari – Chiriotti Editore, 2002
Capizzi D. – Santini L. – I roditori italiani – Antonio Delfino Editore, 2007

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