Rattus norvegicus – Ratto bruno


Dati bio-etologici

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Scheda bio-etologica rattus norvegicus [pdf]

Questa specie proviene dalle steppe russe e in un secolo si è diffusa su tutto il pianeta, passando dall’Europa e raggiungendo, sempre grazie ai traffici marittimi, le Americhe e gli altri continenti.
Il Rattus norvegicus è vigoroso e aggressivo e il suo habitat preferito sono i sotterranei, soprattutto se collegati alla rete idrica o fognaria. È onnivoro (preferisce le proteine animali). Odorato, gusto, tatto e udito sono molto sviluppati, mentre la vista è piuttosto ridotta. È molto forte, in grado di saltare in altezza anche 80 cm e in lungo anche più di un metro – con la rincorsa raddoppia la performance – nuota sia in superficie sia in apnea, scava lunghe gallerie riuscendo a perforare sbarramenti di cemento magro e di metalli teneri. Anche questa specie soffre di neofobia.
Scheda comparativa biologia dei ratti

I segni per riconoscerlo

Sia il Mus domesticus che il Rattus Rattus che il Rattus norvegicus lasciano nell’ambiente segni come feci, rosicchiature, camminamenti, tane, peli.

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Scheda comparativa riconoscimento ratti

La lotta

Valgono in generale le operazioni descritte per le altre specie e, anche in questo caso, è opportuno intervenire con pratiche di rat-proofing e di manutenzione solo dopo la fase di eradicazione.

Tecnica di intervento

Eurogreen agisce con una particolare procedura ad andamento “centripeto”, creando barriere sanitarie che impediscono a individui isolati e allarmati di migrare in altri siti e di provocare micro-infestazioni che, per la loro grande capacità riproduttiva, diventano poi macro-infestazioni.
Provvede alla protezione delle esche, perché l’habitat di questi roditori coincide spesso con quello di animali non-target e anche con quello dell’uomo..

Tempi di intervento

Per mantenere i risultati ottenuti, migliorarli e consolidare la prevenzione contro il rischio di reinfestazione, Eurogreen pianifica il calendario degli interventi.

Danni e malattie

Il ratto bruno sottrae cibo, imbratta derrate con le sue deiezioni, rosicchia ciò che ostacola il suo cammino ed è un potenziale vettore di numerose malattie infettive, tra cui salmonellosi, afta epizootica, adenvirosi, leptospirosi, listeriosi, rickettsiosi, arborvirosi, leihsmaniosi, verminosi e molte altre.
È stato la causa principale delle epidemie di peste dei secoli scorsi.

Graziano Poli

Sono un disinfestatore esperto. I miei progetti di lavoro sono orientati all'ecologia applicata, e alla prevenzione. Per hobby fotografo la natura; anche quella che entra dentro casa.

Aree geografiche di intervento

Effettuiamo trattamenti antitarlo nelle seguenti regioni:
Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo.