Anoplophora chinensis (Tarlo asiatico)
Anoplophora chinensis (comunemente chiamato tarlo asiatico) rappresenta una seria minaccia per i vivai produttori di piante ornamentali sia arboree che arbustive, per le coltivazioni delle piante da frutto, per gli ecosistemi urbani e forestali ma anche per semplici parchi e giardini privati. La conoscenza di Anoplophora chinensis e dei danni ad esso correlati sono presupposti indispensabili per la programmazione di un corretto piano di controllo e di eradicazione. La lettura delle norme comunitarie, nazionali e regionali sono utili strumenti per la definizione degli ambiti applicativi.
A chi rivolgersi in caso di sospetto o accertato avvistamento?
Lo Speciale Anoplophora chinensis è uno strumento tecnico-scientifico e divulgativo che raccoglie informazioni utili per affrontare il problema tarlo asiatico.
Tarlo asiatico: come riconoscerlo
UOVO
Forma: sembra un chicco di riso, di forma allungata, sub cilindrica con estremità arrotondate
Colore: bianco crema all’ovodeposizione, maturando diventa giallo-brunastro
Dimensioni: 4-5 mm
LARVA
Tipologia: apoda
Colore: bianco crema con capo brunastro, leggermente appiattito
Dimensioni: a maturità 45-55 mm di lunghezza.
PUPA
Di colore bianco crema, è rinvenibile nel periodo primaverile-estivo asportando la corteccia alla base delle piante colpite.
ADULTO
Caratteristiche morfologiche: cerambicide dalle antenne anulate e lunghe, a bande bianco-nere: nei maschi sono lunghe anche il doppio del corpo mentre nelle femmine queste sono poco più lunghe del corpo.
Colore: nero brillante con riflessi metallici e macchie bianche sulle elitre.
Dimensioni: femmina 35 mm circa; il maschio è più corto (circa 25mm).
Entrambi sono dotati di buone capacità di volo; le femmine sono più sedentarie mentre i maschi compiono voli più lunghi.
Il ciclo biologico di Anolophora chinensis
Anoplophora chinensis è uno xilofago primario e ha un ciclo biologico variabile da 1 a 2 anni in funzione delle condizioni climatiche e del momento della ovideposizione. Più questa è tardiva e più è probabile che il ciclo completo richieda due anni. Nel Nord Italia il ciclo sembra in prevalenza biennale.
Gli adulti del tarlo asiatico compaiono tra la fine di maggio e l’inizio di settembre. Il picco di maggiore presenza si ha nella seconda metà di giugno. I maschi compaiono prima delle femmine. Entrambi si dirigono sulla chioma e per circa 2 settimane si nutrono delle tenera corteccia dei germogli dell’anno che in questo modo possono disseccare. Dopo l’accoppiamento il maschio muore nel volgere di pochi giorni. La sua vita è molto breve (circa 25 giorni).
La femmina del tarlo asiatico vive invece più di 40 giorni. Depone le uova in prossimità del colletto e delle radici affioranti praticando delle incisioni longitudinali a forma di “T” rovesciata (1-7 cm) nella corteccia con le mandibole. In ogni incisione depone un uovo. Alla fine del ciclo una femmina può deporre anche una settantina di uova. Il periodo di ovodeposizione va da agosto a settembre. L’uovo schiude nel giro di 1-2 settimane oppure (in caso di deposizione tardiva) nella primavera successiva.
Le larve (che possono superare le 10 età) fuoriescono dalle uova e scavano gallerie di alimentazione nel legno sia del fusto che delle radici. Dapprima queste gallerie sono superficiali, successivamente si approfondiscono nel legno. Con l’arrivo dell’autunno (indicativamente ottobre) le larve interrompono l’attività trofica ed entrano in diapausa. Con il sopraggiungere della primavera (indicativamente marzo/aprile) la larva compie l’ultima metamorfosi. L’impupamento avviene nelle porzioni più superficiali delle gallerie di alimentazione, appena al di sotto della corteccia. Nel giro di alcune settimane compare l’adulto del tarlo asiatico che fuoriesce dal tronco (prevalentemente nei primi 20 cm ma occasionalmente fino a 50 cm) o dalle radici affioranti scavando un foro circolare che può raggiungere anche i 2 cm di diametro.
La diffusione del tarlo asiatico
NEL MONDO
Originario dell’Asia, Anoplophora chinensis è presente in Cina, Corea, Giappone e Taiwan dove predilige le piante del genere Citrus.
Nel 1996 il tarlo asiatico è segnalato a New York negli USA.
IN EUROPA
Già negli Anni Ottanta in Olanda erano avvenute alcune segnalazioni di Anoplophora chinensis su piante del genereAcer importate dalla Cina. Analoghe segnalazioni sono successivamente avvenute in Inghilterra nel 2000. In entrambi i casi il tarlo asiatico non si è diffuso sul territorio.
Il primo rinvenimento di una certa entità è avvenuto in Italia nel 2000. In seguito si sono registrate sporadiche presenze si hanno in Francia (2003), in Germania (2007), in Croazia (2007 – su Acero e su Lagerstroemia) e ancora in Olanda (2007).
Nel 2008 un grosso carico di Acer palmatum in vaso importato dalla Cina alla Germania conteneva quasi 3000 piante infestate dal tarlo asiatico.
Nel 2001 A. glabripennis (specie affine) viene ritrovata in Austria e nel Regno Unito.
IN ITALIA
In Italia il tarlo asiatico è stato segnalato per la prima volta in Lombardia nel 2000 a Parabiago, un comune a circa 30 km ad nord-ovest di Milano.
Successivamente la sua presenza è stata riscontrata nelle provincie di Varese, Milano e Brescia e a partire dal luglio 2008 nel Lazio (Parco Comunale di Via Porta S. Sebastiano in Roma).
La colonizzazione di nuovi areali è dovuta al trasporto di materiale vegetale infestato. In Italia sembra che la sua introduzione sia dovuta all’importazione di bonsai. Diverse larve sono state riscontrate nel materiale di imballaggio di beni d’importazione.
Anoplophora chinensis: danni e i sintomi
Anoplophora chinensis è assolutamente innocua per l’uomo.
DANNI
Adulti
Gli adulti del tarlo asiatico si alimentano a spese delle foglie e della corteccia dei germogli dell’anno. L’attacco può comportare ildisseccamento dei rametti apicali. Questi danni sono evidenti da giugno a settembre. I fori di sfarfallamento di Anoplhora chinensis possono rappresentare una via di ingresso per parassiti secondari del legno.
Larve
Le gallerie scavate nel legno indeboliscono i tessuti strutturali e possonocompromettere la stabilità delle piante con rischio di schianti improvvisio stroncamenti. Le piante sono maggiormente esposte ai danni da vento.
SINTOMI
Nella parte basale della pianta: rosuraprodotta dalle larve neonate di Anoplophora chinensis (cumuli di colore rossastro costituiti da segatura e feci), foridi sfarfallamento
Nella parte apicale della pianta: disseccamenti dei germogli dell’anno, ingiallimento precoce della chioma, rallentamento della crescita
Le gallerie scavate nella parte basale del tronco dal tarlo asiatico provocano la disgregazione del legno che può facilmente spezzarsi nel caso di eventi meteorologici sfavorevoli. Le stesse gallerie possono anche interrompere il flusso linfatico e portare a morte le piante.
Tarlo asiatico – Le specie ospiti
In Lombardia, unica regione in cui fino al 2008 è stata rilevata la presenza diAnoplophora chinensis, il cerambicide è stato accertato sulle seguenti specie:
- Acer spp.(in particolare A. saccharinum e Acer palmatum)
- Aesculus hippocastanum
- Alnus spp.
- Azalea spp.
- Betula spp.
- Carpinus betulus
- Corylus spp.
- Cotoneaster spp.
- Crataegus spp.
- Fagus sylvatica
- Ficus carica
- Lagerstroemia indica
- Malus spp.
- Platanus spp.
- Populus spp.
- Prunus laurocerasus,
- Prunus spp.
- Pyrus spp.
- Quercus spp.
- Rosa spp.
- Salix spp.
- Ulmus spp.
- Zizyphus sativa.
Nelle zone di origine il tarlo asiatico era stato segnalato anche su:
- Casuarina spp.
- Citrus spp.
- Litchi spp.
- Melia spp.
- Morus spp.
Alcune specie di Anoplophora sono in grado di attaccare anche le Conifere (per ora nessun caso a carico di A. chinensis).
Vengono attaccati anche alberi sani.
Tarlo asiatico – La normativa nazionale
Nel rispetto della normativa fitosanitaria vigente, l’Unione Europea ha dichiarato Anoplophora chinensis organismo da quarantena e come tale è stato inserito nell’Allegato I Parte A del Decreto Legislativo n. 214 del 19 agosto 2005.
In Italia la normativa di riferimento è il decreto del 9 novembre 2007 del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali – Disposizioni sulla lotta obbligatoria contro il cerambicide Anoplophora chinensis.
Il decreto sancisce l’obbligatorietà della lotta al tarlo asiatico su tutto il territorio nazionale.
Vengono riportate le definizioni di zona infestata (area compresa nel raggio di 1 km dal punto in cui è stato rilevato il tarlo asiatico), zona di insediamento (area in cui la presenza del tarlo asiatico è a livelli tali da non ritenersi più possibile l’eradicazione), zona cuscinetto (fascia perimetrale di 2 km attorno alla zona infestata o di insediamento), demandando ai Servizi Fitosanitari Regionali l’individuazione territoriale delle stesse.
Per ogni zona vengono inoltre definite lemisure fitosanitarieatte a eradicare e contenere il tarlo asiatico.
Tra queste l’obbligo di abbattere non solo le piante attaccate da Anoplophora chinensis ma anche le piante sensibili (definite nell’art. 2) presenti nel raggio di venti metri dalla pianta infestata.
Nelle zone infestate dal tarlo asiatico viene fatto divieto di mettere a dimora aceri, platani, betulle, carpini, faggi, noccioli, lagerstroemie, meli, peri e agrumi.
Si vieta infine il trasporto, al di fuori della zona infestata e nelle zone di insediamento, di piante sensibili ad Anoplophora chinensis senza preventiva autorizzazione nonché il trasporto di legname o ramaglia di risulta non cippati.
Il decreto contiene disposizioni anche per le aziende vivaistiche che, qualora siano all’interno delle zone sopra indicate, sono soggette a specifici controlli.
Le aziende vivaistiche hanno l’obbligo di tenere un elenco aggiornatodelle piante sensibili presenti in azienda con relativa mappatura e di eseguire gli interventi insetticidi così come stabilito dai Servizi Fitosanitari Regionali.
Particolari deroghe vengono concesse per piante di particolare pregio pur mantenendo attive le misure precauzionali per il rispetto fitosanitario.
L’onere per l’attuazione delle misure applicative è a totale carico dei proprietari anche se alle Regioni viene chiesto di prevedere interventi di sostegno per i soggetti danneggiati dalle misure imposte dal provvedimento.
Le regioni, tramite i Servizi fitosanitari territoriali hanno l’obbligo di monitorare il territorio per verificare la presenza del tarlo asiatico anche avvalendosi del Corpo Forestale dello Stato.
I cittadini hanno l’obbligo di segnalare la presenza del tarlo asiatico o di piante attaccate da Anoplophora chinensis ai Servizi Fitosanitari Regionali o al Comune di appartenenza.
Sanzioni amministrative vengono fissate per chi non rispetta le norme contenute nel decreto.
Tarlo asiatico – La normativa regionale
In Italia la sola regione che ha legiferato in materia di lotta al tarlo asiatico è la Lombardia, peraltro unica regione fino al 2008 il cui era stato rilevato il cerambicide Anoplophora chinensis.
Il Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia n. 12 del 23 marzo 2009 riporta il D.d.s. 12 marzo 2009 – n. 2048 – Misure regionali di controllo ed eradicazione di Anoplophora chinensis in Regione Lombardia.
Detto decreto, a firma del Dirigente della Struttura Servizi Fitosanitaria e Assistenza alle Imprese, fondamentalmente riprende la normativa nazionale e i decreti regionali già in essere ma si pone l’obiettivo di riunire in un unico testo tutte le misure necessarie per il controllo e l’eradicazione del tarlo asiatico nonché prendere atto delle nuove conoscenze acquisite per contrastare la diffusione del cerambicide.
Le misure obbligatorie vengono riportate nell’Allegato 1 e sono estese a tutto il territorio regionale, comprese le proprietà private ed i vivai.
Le novità rispetto alla normativa nazionale riguardano alcune disposizioni concernenti le aziende vivaistiche per le quali si fa obbligo di avvertire il Servizio Fitosanitario Regionale, con almeno 15 gg di anticipo, l’importazione o la commercializzazione di piante sensibili al tarlo asiatico.
Si dettaglia inoltre il numero di interventi insetticidi da eseguire (quattro) ed il periodo (dall’inizio di giugno con una cadenza di 10- 15 gg sulle piante sensibili).
In merito agliabbattimenti il decreto si dilunga sulle misure da adottare per le ceppaie e per le radici di diametro superiore al centimetro.
Fermo restando che le migliori misure rimangono la triturazione o l’incenerimento, in alternativa si propone di eseguire la devitalizzazione chimica delle ceppaie e delle radici.
Il terreno sino a 2 metri dalla ceppaia (o dall’ultima radice affiorante) deve poi essere ricoperto con una rete metallica a maglie fini (da 1 a 5 mm) e fissata in modo da evitare sollevamenti della rete e la fuoriuscita dell’insetto adulto.
Tale rete deve essere controllata e mantenuta efficiente per almeno due anni.
Il Servizio Fitosanitario Regionale, come sancito dalla legislazione nazionale, può concedere deroghe dalle norme contenute nel decreto per piante di particolare pregio.
La Regione Lombardia infine fa obbligo alle Amministrazioni Comunali di dare la massima divulgazione delle misure fitosanitarie in modo da prevenire la diffusione dell’insetto in aree ancora indenni da Anoplophora chinensis.
Tarlo asiatico – Le piante consigliate nell’area di quarantena
Qui di seguito si riporta l’elenco delle piante consigliate nell’area di quarantena dalla Regione Lombardiae dall’ERSAV, secondo il piano di controllo di Anoplophora chinensis (tarlo asiatico).
ALBERI
- Castanea sativa (castagno)
- Cedrus spp. (cedri)
- Cercis siliquastrum (albero di Giuda)
- Celtis australis (bagolaro, spaccasassi)
- Cupressus spp. (cipressi)
- Fraxinus spp. (frassini)
- Ginkgo biloba (ginkgo)
- Gleditsia triacanthos (gleditsia)
- Juglans regia (noce)
- Liquidambar styraciflua (liquidambar)
- Liriodendron tulipifera (liriodendron)
- Magnolia spp. (magnolie)
- Olea europaea (ulivo)
- Paulownia tomentosa (paulonia)
- Pinus spp. (pini)
- Prunus avium (ciliegio)
- Prunus padus (pruno pado)
- Quercus palustris (quercia di palude)
- Quercus rubra (quercia rossa)
- Robinia pseudoacacia (robinia)
- Sophora japonica (sofora)
- Taxus baccata (tasso)
- Tilia cordata (tiglio)
ARBUSTI
- Arbutus unedo (corbezzolo)
- Buxus sempervirens (bosso)
- Cornus spp. (corniolo, sanguinello)
- Cytisus scoparius (ginestra)
- Euonymus europaeus (evonimo)
- Forsythia spp. (forsizie)
- Frangula alnus (frangola)
- Ilex aquifolium (agrifoglio)
- Laurus nobilis (alloro)
- Ligustrum vulgaris (ligustro)
- Nerium oleander (oleandro)
- Prunus spinosa (prugnolo)
- Pyracantha coccinea (piracanta)
- Punica granatum (melograno)
- Rhamnus catharticus (spincervino)
- Sambucus nigra (sambuco)
- Spirea spp. (spiree)
- Viburnum spp. (viburni)
- Wistaria sinensis (glicine)
Tarlo asiatico – Cosa fare
Il Decreto del 9 novembre 2007 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 40 del 16 febbraio 2008 contiene le “Disposizioni sulla lotta obbligatoria contro il cerambicide Anoplophora chinensis”.
All’art. 5 – Denuncia casi sospetti – viene fatto obbligo a chiunque rilevi la presenza diAnoplophora chinensis o di piante attaccate da questo cerambicide sia su suolo pubblico che su suolo privato, di segnalarlo ai Servizi Fitosanitari Regionali di competenza o in alternativa al proprio comune di appartenenza.
I Servizi Fitosanitari Regionali dal canto loro hanno l’obbligo di predisporre un programma sistematico di monitoraggio delle aree in cui è stata segnalata la presenza di Anoplophora chinensis.
La tempestività della segnalazioni sono elemento fondamentale per evitare la diffusione del tarlo asiatico, impedire che possa creare danni ingenti al patrimonio arboreo e arbustivo del territorio e infine preservare le aree ancora indenni dal parassita.
Vale la pena sottolineare che all’art. 13 – Sanzioni– si prevede, fatta eccezione per quanto contenuto nell’art. 500 del Codice Penale, una sanzione amministrativa per chi non ottempera alle disposizioni del decreto.
In particolare, facendo riferimento all’art. 54 del Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 214, tali sanzioni possono variare, a seconda dell’inottemperanza, da 500 a 3000 euro.
Tarlo asiatico – Difesa e lotta
Il tarlo asiaticorappresenta una seriaminaccia per i vivai di latifoglie ornamentali, arboree e arbustive, per le piante da frutto e per gli ecosistemi urbani e forestali.
Il controllo del tarlo asiatico risulta problematico per le seguenti motivazioni:
- elevata polifagia: il cerambicide è in grado di attaccare una cinquantina di latifoglie;
- limitata presenza di agenti di controllo naturali;
- difficoltà nel rilevarne la presenza;
- impossibilità di raggiungere la larva all’interno delle gallerie.
I provvedimenti di lotta devono pertanto essere attivati anche in presenza di limitati livelli di infestazione. L’obiettivo è contenere la diffusione.
L’obiettivo è contenere la diffusione.
La difesa chimica
Al momento attuale ha dato risultati non completamente soddisfacenti. Ciò nonostante proprio per impedire che il Anoplophora chinensis possa spostarsi in nuove zone o su nuove piante, è prevista l’esecuzione di interventi insetticidi secondo le modalità stabilite dai Servizi Fitosanitari Regionali.
In particolare la Regione Lombardia ha decretato l’obbligo di effettuare tre/quattro trattamenti insetticidi su tutte le piante ospiti presenti nelle aree focolaio e nelle aree interne alle zone di quarantena: il primo preferibilmente a metà di giugno, i successivi a distanza di circa 15-20 giorni.
I prodotti fitosanitari consentiti sono quelli registrati per essere distribuiti sulle piante ornamentali e caratterizzati da bassa classe tossicologica e con effetto abbattente.
Tali interventi devono essere obbligatoriamente eseguiti anche dai cittadini sul verde privato.
La difesa biologica
Sono in corso studi per verificare l’efficacia di mezzi biologici ma al momento attuale i risultati non garantiscono l’efficacia dell’intervento.
Gli agenti di controllo biologico in corso di studio sono alcuni Ditteri Tachinidi le cui larve parassitizzano gli adulti di Anoplophora chinensis, funghi del genere Beauveria e diversi nematodi del genere Pseudogasteroides.
La difesa meccanica
Alberi e arbusti che manifestano sintomi della presenza degli adulti e/o delle larve del tarlo asiatico devono essere estirpate con contestuale distruzione delle ceppaie e delle radici mediante macchine trituratrici (cippatura).
Il legno ottenuto dagli abbattimenti deve essere bruciato poichè il tarlo asiatico è in grado di completare il suo ciclo anche su singoli pezzi di tronco o radice.
Prevenzione
Monitoraggio del territorio teso all’individuazione delle piante colpite anche se tale pratica risente del fatto che il tarlo asiatico può essere presente nella pianta allo stadio di larva senza manifestare alcun sintomo esterno.
Programma di informazione indirizzato alle Pubbliche Amministrazioni, ai vivai e ai cittadini anche mediante l’organizzazione di incontri specifici. Ai cittadini è anche richiesta la collaborazione a segnalare piante con sintomi da Anoplophora chinensis sia su aree private che pubbliche.
Foto larva per gentile concessione Plant Protection Service Archive, Plant Protection Service, Bugwood.org
Foto capo adulto per gentile concessione Pest and Disease Image Library, Bugwood.org
Foto adulto Anoplophora chinensis per gentile concessione ArtWagner, Washington State Department of Agriculture, Bugwood.org
Foto danni su giovani germogli per gentile concessione Art Wagner, Washington State Department of Agriculture, United States
Foto adulto di Anoplophora chinensis per gentile concessione Art Wagner, USDA APHIS PPQ, United States