Aracnidi – Scorpioni
Dati bio-etologici
Posseggono due appendici boccali trasformate in pinze ed un addome allungato e terminante con un uncino ricurvo: il pungiglione. Le femmine sono delle madri premurose che accudiscono la prole, portandola costantemente sul dorso fino a quando i piccoli non diventano autosufficienti. Questi sono di aspetto simile all’adulto e per crescere compiono diverse mute. Vivono in luoghi riparati, bui ed umidi; possono trovare un habitat ideale in sottoscale, cantine, lavanderie, legnaie di case rustiche. Gli scorpioni sono predatori attivi nelle ore notturne. Si cibano di altri artropodi che catturano con i cheliceri (le pinze) ed uccidono con il pungiglione.
I segni per riconoscerli
Gli scorpioni italiani appartengono al genere Euscorpius e non sono pericolosi per l’uomo, nonostante possano pungerlo. Le speci più comuni sono Euscorpius flavicaudis (scorpione dalla coda gialla) originario dell’Europa meridionale e l’affine Euscorpius italicus (scorpione italico): sono piccoli rispetto alle pericolose specie straniere (già nella vicina Francia esistono scorpioni velenosi come il Buthus occitanicus, giallastro e di dimensioni superiori); misurano infatti da adulti 3-5 cm (E. italicus) e 3-4 cm (E. flavicaudis) e sono di colore bruno scuro. Nell’Italia settentrionale, soprattutto in Alto Adige, troviamo anche l’Euscorpius germanus (scorpione germanico), presente fino a 2.000 m di altezza.
La lotta
Quando è necessaria si attua la lotta residuale.