Tarli del Legno: lo speciale
Come eliminare i tarli del legno?
Quando parliamo generalmente di tarli ci riferiamo a insetti che vivono, almeno per una parte della loro vita, nel legno. Rodono il legno per trarre i nutrienti necessari per crescere e riprodursi. Sono utili nel loro compito naturale, per esempio quando deteriorano il tronco di un albero caduto a terra in foresta ma, quando i tarli del legno rovinano corrodendo le travi dei tetti delle case, i pavimenti, i mobili e le suppellettili, rosicchiano anche la nostra pazienza. L’antipatia per il fastidio che provocano è atavica, tanto da essere sinonimi di tormento, di pena, d’incubo e di assillo.
Negli ultimi anni abbiamo conosciuto un aumento dei guai provocati anche dagli acari dei tarli, qualcuno li chiama acari del legno. Gli acari con altri minuscoli insetti comunque parassiti dei tarli, possono provocare dermatiti e reazioni allergiche impensabili: sono artropodi patogeni. Un trattamento antitarlo professionale è la cura ideale, sia che si tratti di tarli del legno che di parassiti dei tarli.
Il Metodo Eurogreen è un trattamento antitarlo; è stato messo a punto dai nostri esperti per eliminare i tarli del legno degli edifici. Siamo specialisti nel trattamento antitarlo a microonde. Per eliminare i tarli del legno penetrati in profondità nelle travi del soffitto, non è sufficiente possedere un’attrezzatura a microonde, essere disinfestatori: servono un retroterra di ricerca empirica e scientifica, molta esperienza e maestranze con alta formazione. Bisogna capire soprattutto di tecnologia del legno e di tarli.
Gli imprevisti durante il riscaldamento di una trave di legno con le microonde possono essere molti, l’esperto sa affrontarli e superarli. La superficialità verso una complicanza può costare cara e, a qualcuno, è già successo d’incendiare il tetto di una casa. Nel settore siamo un’azienda di riferimento, spesso siamo chiamati a valutare lavori dall’esito infelice eseguiti da altri che (malgrado le garanzie), poi, girano le spalle. Molti sono i casi che abbiamo accertato di manufatti carbonizzati e irreversibilmente alterati. Si rifletta sul fatto che una trave infestata dai tarli è una trave ammalata: un raffreddore da guarire; ma una trave carbonizzata è una trave danneggiata per sempre, indebolita, quindi, meno resistente. Il rendimento dell’intero organismo strutturale potrebbe risentire dell’inefficienza di un elemento.
L’origine biologica del legno lo rende suscettibile alle condizioni ambientali e all’azione di diversi agenti patogeni.
Ogni mobile, trave o manufatto costruito con il legno è destinato nel tempo a subire modificazioni dagli agenti atmosferici (umidità, calore, luce) sia da parte di organismi e microrganismi che utilizzano il legno come fonte trofica e/o di rifugio.
A volte le alterazioni si limitano a semplici modificazioni cromatiche o morfologiche; altre volte il danno può essere notevole sia in termini economici (valore storico di un manufatto) ma anche di sicurezza (perdita di portanza delle travature e dei sottotetti di legno).
Lo speciale si sofferma sui tarli del legno (o xilofagi), termine nel quale vengono compresi diversi insetti la cui caratteristica comune è la necessità di nutrirsi dei componenti del legno per arrivare a maturità e riprodursi.
Vengono indicati i danni prodotti in particolar modo sul legname in opera e le relative modalità di prevenzione e di lotta (disinfestazione).
Il legno
Il legno, materiale facilmente reperibile, trasportabile e lavorabile, è sempre stato utilizzato dall’uomo per costruire le proprie abitazioni, gli arredi in esse contenute, i mezzi di trasporto (navi, carri, vagoni, etc.) e altri manufatti come strumenti musicali, attrezzi da lavoro e armi.
L’alta resistenza meccanica e le buone prestazioni termiche unite alla duttilità che ne hanno permesso l’utilizzo anche per l’espressione diforme artistiche(mobili, cornici, statue, etc.), hanno nel tempo consolidato il suo utilizzo.
Il legno si ricava dal tronco di conifere e latifoglie arboree i cui tessuti sono costituiti da cellulosa, emicellulosa e lignina. Le cellule che costituiscono questi tessuti sono prodotte dal cambio, uno strato di cellule responsabile dell’accrescimento annuo del tronco.
Le cellule sono legate tra loro dalla lamella mediana. All’inizio elastica, col tempo tende a irrigidirsi mediante il processo di lignificazione. La lamella mediana conferisce resistenza meccanica al legno e ne influenza la densità.
Ma la parte più interessante di queste cellule è la parete cellulare.
Esiste una parete primaria ed una secondaria. La consistenza del legno dipende da quest’ultima che è costituita da fibrille di cellulosa ed è pluristratificata. Lo strato mediano è il principale responsabile delle caratteristiche fisico-meccaniche della parete cellulare.
Esistono legni teneri e legni duri.
I legni duri sono quelli di maggiore pregio e vengono utilizzati per realizzazioni di valore: mogano, noce, frassino, rovere e faggio sono esempi di legni duri.
I legni teneri (o dolci) vengono utilizzati per lavori più comuni e derivano soprattutto da conifere (es. pino) ma anche latifoglie come pioppo o betulla.
A seconda della specie di provenienza il legno può avere diversi colori, densità e caratteristiche della venatura.
Spesso tali proprietà sono strettamente legate ai differenti tassi di crescita. Più la crescita è veloce e meno sarà pregiato il legno.
Nemici naturali sono i funghi e gli insetti (soprattutto i tarli del legno) che si nutrono del legno in quanto fonte di sostanze per il proprio nutrimento. Le parti più vulnerabili sono quelle a ridosso del cambio.
I danni provocati possono essere ingenti in termini economici ma anche di sicurezza.
Il legno e l’ambiente
Il legno è un materiale che nel tempo non modifica le proprie caratteristiche se non per azione di agenti esterni sia di natura abiotica (l’ambiente) che di natura biotica (insetti come i tarli del legno e funghi).
I fattori ambientali che portano a modificazioni o deterioramento del legno sono la luce, il calore, l’umidità.
La luce può implicare cambiamenti di colore.
Nei legni più chiari come l’abete e il pino, il colore tende a imbrunirsi mentre per i legni più scuri la luce porta allo scolorimento.
Sono queste modificazioni che ai fini delle caratteristiche strutturali del legno sono comunque ininfluenti anche se in taluni casi si è osservato che la luce può alterare il livello di riduzione della lignina.
A riguardo della luce artificiale le radiazioni più dannose sono quelle della zona dell’infrarosso che comportano un aumento della temperatura del manufatto: particolarmente dannosi sono i riflettori puntati sull’oggetto.
Anche il calore può portare a variazioni cromatiche ma al pari della luce le conseguenze sulla stabilità del legno non sono rilevanti.
Ben più importante è il tenore di umidità la cui variazione può comportare dilatazioni (deformazioni) o contrazioni (fessurazioni).
Quando si parla di umidità si fa riferimento sia alle precipitazioni (la pioggia scioglie i derivati della lignina, un componente essenziale per la resistenza meccanica) sia alla condensa che si verifica quando la temperatura di un ambiente subisce repentine variazioni (ad esempio in occasione dell’accensione o dello spegnimento dell’impianto di riscaldamento).
Tali effetti sono più visibili nella parte di legno di produzione primaverile (ricca di vasi a sezione più ampia) dove si possono riscontrare depressioni e fessurazioni.
Gli effetti negativi sono tanto più rilevanti quanto più sono bruschi.
Inoltre bisogna considerare che queste variazioni non interessano solo il legno ma anche gli altri materiali di cui è costituito il manufatto. Ogni materiale reagisce in modo diverso ai cambiamenti di umidità e questo si traduce in rotture, sollevamenti,etc.
Tenori elevati di umidità facilitano il biodeterioramento favorendo la proliferazione di microrganismi, funghi e insetti xilofagi (tarli del legno).
Infine un breve accenno all’aria che può contenere agenti contaminanti come corrosivi chimici (es. composti solforati nei carburanti), sporcizia e polvere che possono decolorare, deteriorare il legno o favorire l’insediamento dei tarli xilofagi.
Gli agenti di deterioramento del legno
I maggiori agenti di deterioramento del legno sono quelli biotici: funghi, batteri e insetti sono gli organismi viventi più importanti sotto questo punto di vista
I funghi sono in grado di provocare alterazioni comunemente definite come carie.
Esistono diverse forme di carie a seconda di quale sostanza viene preferibilmente attaccata. Si parla di carie bianca quando viene distrutta la lignina e di carie bruna quando l’alterazione interessa principalmente la cellulosa.
I batteri invece si sviluppano soprattutto a spese della cellulosa.
Tra gli insetti un ruolo importante viene svolto soprattutto da coleotteri e isotteri (le comuni termiti).
Questi insetti vengono comunemente indicati come xilofagi e sono in grado di attaccare sia il legno degli alberi ancora in vita ma anche il legno in opera. Dai componenti del legno le larve ricavano sostanze utili per raggiungere la maturità e diventare adulte.
Conoscere la biologia, l’etologia, verificare le condizioni ambientali, accertare la specie legnosa attaccata sono elementi utili per determinare la specie responsabile del danno e adottare le corrette strategie di prevenzione e cura del manufatto ligneo aggredito.
Tra le specie più pericolose si annoverano:
Coleotteri Anobidi – Anobium punctatum – Tarlo dei mobili
Coleotteri Anobidi – Xestobium rufovillosum – Orologio della morte – grande tarlo
Coleotteri Cerambicidi – Hylotrupes bajulus – Capricorno delle case
Coleotteri Cerambicidi – Trichoferus holosericeus – Capricorno delle case
Isotteri – Kalotermes flavicollis – Termite dal collo giallo
Isotteri – Reticulitermes lucifugus – Termite lucifuga
Imenotteri Formicidi – Camponotus herculeanus – Formiche carpentiere
Imenotteri Formicidi – Crematogaster scutellaris – Formiche acrobate – Formiche testa rossa
Per approfondimenti consulta anche l’articolo sulle formiche del legno.
Coleotteri
Il danno viene svolto dalle larve anche se il foro prodotto dagli adulti sfarfallanti è quello che desta serie preoccupazioni per il danno visibile sul manufatto ligneo.
Il foro sottende ad una rete di gallerie dalla lunghezza variabile a seconda della larva che l’ha prodotta.
Le larve dei tarli del legno possono scavare gallerie anche per diversi anni prima di emergere dal legno come adulti: una larva di Hylotrupes bajulus, con particolari condizioni igrometriche, può rimanere nel legno anche 17 anni.
Il diametro della galleria è in funzione delle dimensioni della larva. Mano a mano che la larva cresce, anche il diametro della galleria aumenta.
L’attività delle larve dei tarli del legno non è immediatamente visibile poiché le gallerie sono tendenzialmente sottocorticali. Il segnale più comune è la comparsa di rosume per opera dell’attività escavatrice delle larve. Il rosume è costituito da un misto di feci e materiale ligneo eroso che spesso viene espulso all’esterno rendendo di fatto visibile l’infestazione.
La durata del ciclo è in stretta relazione con le condizioni ambientali: temperatura ed umidità. In ambienti chiusi e riscaldati la durata del ciclo si riduce notevolmente.
La potenzialità riproduttiva è molto elevata dal momento che ogni femmina di tarlo è in grado di deporre diverse decine di uova.
Isotteri
Conosciuti comunemente con il nome di termiti, sono insetti sociali (come le api e le formiche) e presentano una spiccata divisione del lavoro.
I Riproduttori o Reali sono scuri e dotati di due paia di ali; i Soldati sono bianchi con il capo bruno e non hanno ali; gli Operai sono simili ai soldati ma con una testa più piccola.
Le termiti nidificano di solito nel terreno ma sono grandi divoratrici di legno.
Le termiti sfuggono alla luce (sono lucifughe). Scavano gallerie nel legno (soprattutto in quello primaverile) lasciando integra la superficie esterna.
L’attacco ai manufatti lignei quindi è solo interno e spesso esteriormente non traspare nulla.
Quando il danno è evidente spesso è troppo tardi.
Imenotteri
Il materiale ligneo può essere attaccato anche dalle formiche, insetti sociali suddivisi in caste.
Gli individui fertili sono caratterizzati dall’essere alati mentre gli sterili sono privi di ali.
I Soldati, dal capo pronunciato, sono dotati di mandibole sviluppate con le quali scavano nel legno.
In genere sono legati all’ambiente esterno ma se il manufatto ligneo è a contatto con il suolo, possono attaccarlo e nidificare.
Il nido viene costruito dalla Regina che depone numerose uova: da quelle fecondate fuoriusciranno le femmine mentre quelle non fecondate daranno origine ai maschi.
Sono in grado di attaccare sia legni di conifere che di latifoglie.
Gli Insetti del Legno
Coleotteri Anobidi
Piccoli coleotteri (3-5 mm) in grado di attaccare sia il legno che i suoi derivati (es. carta).
La capacità di digerire il legno dipende da microrganismi(funghi, batteri o protozoi) che risiedono nell’intestino dell’insetto e sono in grado di digerire la lignina e la cellulosa.
I Coleotteri Anobidi non si approfondiscono molto nel legno rimanendo nel superficiale alburno (primi 4-5 cm).
Il danno quindi è particolarmente grave sui manufatti decorati.
Anobium punctatum
Il tarlo dei mobili compare a maggio-giugno quando fuoriesce dal foro di sfarfallamento. La femmina è in grado di deporre fino a 40 uova su superficie rugose o nelle anfrattuosità (raramente su superfici lisce).
Il tarlo dei mobili compare a maggio-giugno quando fuoriesce dal foro di sfarfallamento. La femmina è in grado di deporre fino a 40 uova su superficie rugose o nelle anfrattuosità (raramente su superfici lisce).
Nel giro di 2 settimane nascono le larve che iniziano l’attività escavatoria.
Il ciclo completo a seconda delle condizioni ambientali può durare da 1 a 2 anni. Se l’ambiente è riscaldato si possono avere anche 2 generazioni all’anno.
Attacca sia il legno di latifoglie che di conifere.
Xestobium rufovillosum
Viene comunemente chiamato Orologio della morte per il rumore ritmato che produce durante il periodo di riproduzione.
Lungo anche più di mezzo centimetro, l’adulto compare in marzo-aprile e la femmina, particolarmente prolifica, depone fino a 200 uova.
Il Grande tarlo ha un ciclo molto lungo e la larva prima di diventare adulta rimane da 2 a 4 anni nascosta nel legno.
Provoca ingenti danni soprattutto su castagno, faggio, olmo, noce e quercia.
Coleotteri Cerambicidi
I cerambicidi sono molto più grossi degli anobidi: arrivando anche a 2-3 cm di lunghezza.
Anche le gallerie sono molto più grosse (fino a un 1 cm di sezione).
Preferibilmente si nutrono dei materiali contenuti nell’alburno.
Hylotrupes bajulus
Gli adulti compaiono tra giugno ed agosto e le femmine a volte depongono le uova prima ancora di uscire dal foro di sfarfallamento.
Hylotrupes bajulus
Gli adulti compaiono tra giugno ed agosto e le femmine a volte depongono le uova prima ancora di uscire dal foro di sfarfallamento.
Ogni femmina è in grado di deporre anche un centinaio di uova.
Il capricorno delle case preferisce il legno delle conifere ma occasionalmente si può trovare anche sulle latifoglie.
Il ciclo completoha una durata variabile: da 1 a 7-8 anni con punte anche di 17 anni.
Il legno viene digerito direttamente da enzimi cellulosolitici prodotti dal capricorno stesso.
I danni possono essere molto gravi in quanto i manufatti attaccati riducono fortemente la propria resistenza e possono essere evidenti solo dopo 2-3 anni.
Trichoferus holosericeus
Le caratteristiche biologiche sono simili al precedente tranne che per il ciclo più breve (da 1 a 3 anni).
Attacca quasi esclusivamente le latifoglie. I danni sono particolarmente gravi sui legni giovani impiegati per il restauro.
Isotteri
Kalotermes flavicollis
La termite dal collo giallo è lunga circa 1 cm ed è in grado di nidificare nei vuoti dei muri, nelle teste delle travi svuotate e nel legni annegati nelle murature oltre che nel terreno.
Il nido viene fondato da due adulti alati che si accoppiano. La femmina depone le uova dalle quale usciranno gli individui che formeranno la colonia, composta da 1000-2000 individui.
Nel periodo estivo si ha la sciamatura (abbandono del nido da parte degli alati).
Poiché le termiti lavorano all’interno del legno in assenza di luce, è molto difficile accorgersi della loro presenza.
La battitura delle travi con martello può essere utile per individuare pericolosi vuoti del legno.
Reticulitermes lucifugus
Mentre il Kalotermes attacca le strutture lignee asciutte, la termite lucifuga preferisce strutture con elevati tassi di umidità (punti di condensa, infiltrazioni di acqua piovana).
I nidi sono composti anche da decine di migliaia di individuie la sciamatura avviene all’inizio dell’estate.
I danni sono gravissimi e l’erosione può interessare anche tutta la sezione di una trave senza che all’esterno nulla sia manifesto. Pericolo di crolli improvvisi.
Imenotteri formicidi
Camponotus herculeanus
Sono formiche che nidificano nel legno e per questo sono chiamate formiche carpentiere (formiche del legno). In grado di colonizzare anche le piante vive, negli ambienti interni si possono rinvenire nelle strutture legnose come travi o stipiti di porte e finestre.
L’attività di escavazione viene realizzata con le robuste mandibole che strappano il legno che successivamente viene portato all’esterno.
Le formiche carpentiere si nutrono anche di melata di afidi e di altri insetti.
La loro presenza nelle abitazioni nei mesi invernali può far supporre che il nido sia stato costruito all’interno dell’edificio.
Crematogaster scutellaris
Mentre le formiche carpentiere sono generalmente nere nella parte anteriore e rosse in quella posteriore, le formiche acrobate, così chiamate perché quando disturbate innalzano l’addome mettendo in rilievo l’aculeo, sono più piccole e di colore variabile dal giallo al nero (passando per il rosso-marrone).
Vengono definite anche formiche testa rossa per la tipica colorazione del capo.
Sono in grado di morsicare se molestate.
Sono onnivore e al contrario delle formiche carpentiere vanno alla ricerca di cibo anche di giorno.
Prevenzione Tarli
Un albero in vita è in grado di proteggersi dagli attacchi degli insetti xilofagi attraverso la produzione di sostanze (come ad es. le resine) che impediscono agli insetti stessi di penetrare nel legno e diffondersi in esso.
Quando l’albero viene però tagliato, la produzione delle sostanze protettive cessa e il legno può essere attaccato da insetti xilofagi (altrimenti chiamati tarli del legno) che rappresentano il maggiore pericolo per l’integrità delle strutture (travi, solai, mobili, etc.).
In alcuni casi la presenza di tarli può costituire un grosso danno. Un massiccio attacco di tarli può avere effetti notevoli se comporta l’indebolimento strutturale di una trave portante.
Prevenire una infestazione di tarli consiste essenzialmente nell’evitare che questi possano insediarsi nelle strutture lignee.
Per un mobile la pratica può essere agevolata. Un mobile curato e periodicamente lucidato con cera, viene più difficilmente attaccato dai tarli del legno.
Il problema si può verificare quando invece si acquista un mobile che potrebbe contenere i tarli in quanto non disinfestato adeguatamente. Il “contagio” è una forma di trasmissione molto frequente e l’introduzione di un manufatto ligneo non controllato in un ambiente può essere la causa scatenante di una infestazione in luoghi esenti da tarli.
In casi dubbi e non certificati è sempre meglio eseguire un trattamento antitarlo a scopo preventivo.
Per una corretta prevenzione è necessario inoltre conoscere la biologia ed il comportamento degli agenti di deterioramento ma anche verificare le condizioni ambientali e micro-ambientali in cui si trovano i manufatti lignei.
Umidità, temperatura, aerazione e luce sono i fattori che possono influenzare l’insediamento dei tarli.
L’umidità è sicuramente uno dei fattori più importanti. La condensa che si forma nei punti di contatto del legno con le strutture murarie umide, crea un microambiente favorevole all’insediamento di anobidi e termiti.
La temperatura influenza il ciclo biologico dei tarli del legno. In ambienti riscaldati la durata del ciclo è più corta: cicli abbreviati accrescono l’attività distruttiva dei tarli del legno.
L’aerazione svolge invece un ruolo di contenimento poiché riduce i ristagni di umidità e previene la formazione di condensa.
La luce infine ostacola il primo insediamento delle termiti anche se queste sono poi in grado di eludere il problema scavando gallerie impenetrabili alla luce.
Anche lo stato fisico delle superfici può influenzare l’insediamento degli insetti xilofagi. Le uova vengono generalmente deposte dove le superfici sono ruvide mentre, come già accennato in precedenza, superfici lisce e lucide (ben pulite) scoraggiano l’insediamento dei tarli.
In commercio esistono trappole a feromoni che possono svolgere una duplice funzione: monitoraggio (verificare l’effettiva presenza dei tarli) e prevenzione (i maschi rimangono invischiati nella trappola e non possono fecondare le femmine – interruzione del ciclo biologico).
La stessa apposizione di zanzariere alle finestre può impedire l’arrivo indesiderato dei tarli.
Operazione sconsigliabile è invece la copertura di un manufatto con lastre di vetro o profilati meccanici: in questo modo si crea un effetto serra che velocizza i processi di sviluppo degli infestanti.
La prevenzione permette una maggiore protezione del manufatto ma non garantisce con certezza la definitiva bonifica.
Il controllo periodico è fondamentale poiché le alterazioni del legno si manifestano lentamente per poi assumere una progressione geometrica. A volte il deterioramento può essere causato da una banalità: ad es. una tegola rotta che determina una infiltrazione.
I manufatti lignei, soprattutto se di un certo valore, devono essere controllati almeno ogni 1-2 anni al fine di verificare lo stato sanitario del bene e intervenire qualora se ne presenti la necessità.
Le misure preventive devono essere raccordate con interventi di monitoraggio per verificare i risultati ottenuti a tutela del bene trattato.
Il costo di questa procedura è minima se si pensa agli enormi benefici che se ne possono trarre.
Il Trattamento Antitarlo
La difesa delle strutture lignee ha come obiettivo eliminare i tarli del legno eventualmente presenti e la predisposizione di metodi e mezzi atti a scoraggiare eventuali reinfestazioni.
Mezzi chimici, fisici e meccanici possono essere utilizzati per la salvaguardia delle strutture infestate.
I mezzi meccanici, eliminazione diretta delle colonie o delle parti infestate, è un pratica inapplicabile soprattutto quando si parla di manufatti di interesse storico-artistico.
Per quanto riguarda i mezzi chimici, bisogna fare riferimento essenzialmente agli insetticidi (biocidi) che presentano comunque diverse difficoltà sia applicative che di efficacia.
Le larve (le responsabili del processo di biodeterioramento) sono all’interno del legno e gli insetticidi riescono a penetrare solo per alcuni millimetri.
L’utilizzo di prodotti gassosi contro i tarli viene spesso vanificato dal fatto che nelle gallerie è presente l’aria che agisce da cuscinetto ed impedisce la diffusione del gas.
La sostanza attiva dell’insetticida viene inoltre degradata nel tempo e quindi è destinata a perdere efficacia.
L’utilizzo di insetticidi su strutture decorate è fortemente sconsigliato per la possibilità di provocare alterazione dei colori.
Non è infine da trascurare la forte preoccupazione del cliente circa i residui chimici che possono persistere nel materiale trattato o nell’ambiente.
Tra i mezzi fisici il riscaldamento è sicuramente il metodo più efficace.
I trattamenti antitarlo termici convenzionali (High Temperature Treatments) prevedono il riscaldamento dell’ambiente in cui è contenuto il manufatto. Il calore viene trasferito dall’aria all’oggetto da disinfestare ma il processo risulta lento (anche più di un giorno in alcuni casi) e comporta che gli strati superficiali siano portati a temperature elevate allo scopo di garantire la temperatura letale negli strati più profondi.
La tecnologia delle microonde non prevede il riscaldamento dell’aria bensì si agisce direttamente sul materiale ligneo da trattare che viene portato ad una temperatura superiore alla soglia termica degli infestanti del legno.
Il trattamento a microonde colpisce ogni stadio vitale dell’insetto (uova comprese) e a qualsiasi profondità.
L’efficacia del trattamento è dovuta al repentino innalzamento della temperatura che non permette ai tarli del legno di adattarsi alla nuova situazione ambientale o di sfuggire. Le temperature raggiunte nel trattamento sono superiori al limite termico degli infestanti e l’isolamento termico tipico del legno permette il mantenimento di temperature letali per i tarli del legno.
I tradizionali trattamenti a gas richiedono elevati tempi di preparazione e maggiori tempi di utilizzo per la necessità di smaltire i gas e aerare gli ambienti trattati.
Il trattamento con le microonde comporta un risparmio energetico. Gli ambienti non devono essere evacuati e l’accessibilità è immediata: subito dopo il trattamento si può accedere ai locali senza alcun timore di entrare in contatto con residui tossici di sostanze chimiche.
Il trattamento a microonde può essere eseguito sia in camere riverberanti (camere chiuse in cui inserire mobili, cornici, statue, strumenti musicali, etc.) ma anche tramite generatori mobili che consentono l’applicazione su travature, pannelli e altre strutture fisse.
L’uso di generatori mobili permette la disinfestazione di un ambiente senza lo spostamento o la rimozione di mobili o suppellettili.
Non ultimo è da sottolineare l’impatto ambientale nullo del trattamento.
Le microonde sono attualmente impiegate per contrastare in modo ecosostenibile gli effetti distruttivi provocati dai tarli del legno.
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Gambetta A. – Beni artistici: degradamento e preservazione del legno – CNR – Istituto del legno, 2004
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AAVV La diagnostica e la conservazione dei manufatti Atti del Convegno ” La diagnostica e la conservazione di manufatti lignei” , Marsala (TP), dicembre 2005
La foto di Kalotermes flavicollis per gentile concessione di David Mora
La foto di Camponotus herculeanus per gentile concessione di Jarmo Holopainen