Disinfezioni contro il Coronavirus in azienda
Per le disinfezioni contro il Coronavirus abbiamo strumenti moderni, disinfettanti efficaci e un’alta formazione, ma per interrompere la catena dell’infezione il professionista non basta. Si dovrebbe integrare con sanificazioni accurate. La sicurezza sul lavoro va difesa con impegno.
Disinfezioni contro il Coronavirus: la biosicurezza è una strada da percorrere insieme
Noi disinfestatori professionali la lezione l’abbiamo capita da un po’ di tempo: con il solo intervento del professionista non si va lontano. E’ così: per risolvere un problema d’igiene c’è bisogno del contributo di ogni protagonista.
Il protagonista è per definizione una persona che svolge un ruolo di primo piano nella vita reale, ma è anche il personaggio primo attore. E di questi tempi va in scena qualcosa di drammaticamente vero e inimmaginabile: siamo tutti sul palco – sotto i riflettori – e nessuno di noi siede tra il pubblico.
Siamo interpreti reali di un piano che deve garantire la salute propria e quella delle persone vicine, perché quando interagiamo tra di noi possiamo trasmettere il coronavirus SARS-CoV-2. Se proteggiamo gli altri, il virus si troverà la strada bloccata e non potrà diffondersi. E’ un percorso di autodisciplina che inizia con l’annullamento del senso d’invincibilità.
Nella previsione della riapertura delle attività, molte aziende interessate alle sanificazioni ambientali ci chiedono come comportarsi nei reparti e la garanzia della sicurezza per i lavoratori e per i clienti. Noi rispondiamo che le disinfezioni contro il Coronavirus sono efficaci e di grande contributo (in molti casi, senz’altro necessarie), ma garantire la salute è una strada da percorrere insieme.
Bisogna rafforzare le sanificazioni integrandole con specifiche disinfezioni contro il Coronavirus
Se ti stai chiedendo come sanificare gli ambienti dell’azienda: dei laboratori, degli spogliatoi, dei servizi igienici e di qualsiasi altro posto frequentato dal personale e dai clienti, si può prendere spunto dai più avanzati protocolli d’igiene professionali, che prevedono prima di tutto la pulizia accurata e poi la disinfezione. Stiamo parlando di un nemico invisibile, quindi, si fa riferimento a pulizie e disinfezioni eseguite a regola d’arte.
Nei momenti difficili si dovrebbero seguire istruzioni di lavoro attinenti ai principi fondamentali di ogni materia. Ho approfondito il tema della pulizia cercando informazioni nel web, visitando prima il sito dell’ISSA (Associazione Mondiale del Settore della Pulizia) poi, quello della sua divisione GBAC (Global Biorisk Advisory Council): un’organizzazione di esperti per il recupero da agenti patogeni e microbici.
GBAC definisce la pulizia come: “Rimozione di contaminanti biologici sia visibili che invisibili per preparare le superfici orizzontali e verticali alla disinfezione professionale”. Gli ambienti di una fabbrica non sono reparti di un ospedale, tuttavia, le modalità di trasmissione e la contagiosità del nuovo nemico consigliano alle aziende di adottare sistemi di sanificazione delle attrezzature e degli ambienti, organizzando i lavori dopo una rigorosa valutazione del rischio.
Sanificare gli ambienti indoor infettivi prevede fasi di lavoro che si alternano in modo estremamente dettagliato. Negli ambienti della fabbrica si possono saltare alcuni passaggi, ma bisogna farlo essendo consapevoli di ogni decisione. Il nesso con i contaminanti biologici invisibili deve rafforzare tutti i servizi d’igiene, eliminando ogni approssimazione anche nelle disinfezioni contro il Coronavirus.
Il Coronavirus per arrivare ai polmoni ha bisogno del nostro aiuto
SARS-CoV-2 è un virus semplice da inattivare. Come altri virus capsulati è alla base della piramide della resistenza. Per questo nella sanificazione degli ambienti, in particolare delle superfici di contatto, si suggeriscono acqua e detergenti comuni decontaminando con ipoclorito di sodio 0,5% (0,1% pavimenti), per le superfici che possono essere danneggiate etanolo al 70%; dopo il trattamento si esegue la pulizia con un detergente neutro. Durante i lavori il personale deve indossare i dispositivi di protezione individuale (D.P.I.).
Gli strumenti utilizzati frequentemente richiedono una sanificazione anche a fine turno di lavoro; ma attenzione perché le disinfezioni contro il Coronavirus per essere efficaci devono garantire l’umidità della superficie per un tempo di contatto sufficiente a inattivare il virus. Es: Ipoclorito di sodio 5 minuti, etanolo 70% 10 minuti (dati GBAC riferiti al virus della SARS). Nelle sanificazioni delle attrezzature e degli ambienti si usano prodotti chimici per questo è importante assicurare la ventilazione degli ambienti; una contaminazione chimica è comunque pericolosa!
Si deve ancora studiare per conoscere meglio SARS-CoV-2, tuttavia, sappiamo che per arrivare ai polmoni ha bisogno del nostro aiuto; non penetra attraverso la pelle. I nostri comportamenti sono un’arma potente. Quando parliamo oppure, dopo un colpo di tosse o uno starnuto rimane nell’aria, ma poi si deposita*. Si trasmette per via diretta frequentando persone infette e indiretta: toccando le superfici e portando poi le mani agli occhi, al naso, alla bocca.
* Sono in corso studi sulla permanenza del virus nell’aria (via aerea a lunga distanza). In questo momento è provata la trasmissione a breve distanza (1-1,5 m goccioline emesse =droplets)
Disinfezioni contro il Coronavirus, bisogna disinfettare tutta l’industria?
Per le disinfezioni contro il Coronavirus non è necessario disinfettare l’intera cubatura di capannoni industriali o, trattare le pareti fino alla copertura del fabbricato. Nei reparti di produzione ha senso disinfettare gli uffici operativi, gli spogliatoi, i servizi igienici, le aree di ristoro, le postazioni di lavoro con la relativa pertinenza, i touch screen, le maniglie, ogni altra cosa che potrebbe essere raggiunta con le mani oppure, da uno starnuto o da un colpo di tosse.
A proposito della persistenza di SARS-CoV-2 sulle superfici, in attesa di dati scientifici dedicati (non solo sperimentali), disponiamo di informazioni che riguardano altri virus che appartengono allo stesso gruppo come SARS e MERS. Il Coronavirus Study Group (CSG) dell’International Committee on Taxonomy of Viruses , considerate le caratteristiche di SARS-CoV-2, lo ha messo in rapporto al coronavirus della SARS, ormai ben conosciuto.
Il virus della SARS può persistere sulle superfici fino a 9 giorni con differenze rispetto ai materiali, condizionati da alcuni fattori tra cui: la concentrazione virale, la temperatura dell’aria e l’umidità relativa. Il virologo Fabrizio Pregliasco ci invita a essere realisti, spiegando che questi virus possono sopravvivere per qualche giorno ” ma con una carica virale irrisoria”.
In data 30 marzo 2020 ANID (Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione) ha trasmesso agli associati il volume Buone Prassi Igieniche nei Confronti di SARS-CoV-2. In questo documento si riportano i dati di un recente studio sulla resistenza del nuovo coronavirus nell’aerosol e su superfici inanimate: ” Quello che è emerso è che le particelle integre del virus possono essere ritrovate nell’aerosol fino a 3 ore, sul rame fino a 4 ore, sul cartone fino a 24 ore e fino a 3 giorni sulla plastica e sull’acciaio.”. Sono dati preziosi da considerare nelle sanificazioni degli ambienti.
Serve un piano per la biosicurezza in azienda
Il responsabile delle Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità Giovanni Rezza, sottolinea che la via principale del contagio rimane quella respiratoria. Per questo “Qualora il lavoro imponga una distanza interpersonale minore di un metro e non siano possibili altre soluzioni organizzative è comunque necessario l’uso delle mascherine, e altri dispositivi di protezione conformi alle disposizioni delle autorità scientifiche e sanitarie.” (da Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro -14 marzo 2020)
Alla riapertura le aziende dovranno garantire i requisiti di sicurezza negli ambienti frequentati dai lavoratori. Vista la contagiosità si dovrà prevedere una corretta formazione del personale, attivando procedure e buone pratiche per evitare le possibili infezioni.
La disinfezione contro il Coronavirus rientra nel piano di biosicurezza aziendale. Oltre alla sanificazione degli ambienti (ordinaria e straordinaria) suggerisco di valutare il sostegno di una disinfezione professionale, è un’arma incisiva. Nella disinfezione professionale si condensano i valori dell’efficacia, della formazione, dell’informazione, della consapevolezza, della sicurezza, e anche della lealtà. La sua finalità è quella di perfezionare l’esito di altri interventi. E poiché: ciò che non è scritto NON ESISTE! Pongo l’accento sull’importanza di ottenere un servizio documentato.
Eurogreen Lab esegue servizi di alta disinfezione e sterilizzazione a freddo con istruzione di lavoro UNI EN 16636:2015. Impieghiamo prodotti per uso professionale (prodotti biocidi Regolamento UE n. 528/2012) e Presidi Medico Chirurgici (PMC), non tossici, non corrosivi, con azione virucida riportata in etichetta, a basso impatto ambientale.
Scarica documento Buone prassi igieniche nei confronti di SARS-CoV-2 (Vol. 1) – A.N.I.D. (Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione).