Come eliminare le formiche? Il primo passo è conoscerle
La disinfestazione dalle formiche in casa dev’essere diligente e delicata. Dovresti evitare le irrorazioni di sostanze chimiche, infatti, gli ambienti dove vivi sono i più sensibili. E poi, spruzzare l’insetticida non serve.
Con il veleno in polvere per formiche ti potresti intossicare, perché basterebbe un alito di vento per respirarlo.
Previeni ogni pericolo e rivolgiti all’esperto, lui conosce i rimedi contro le formiche.
L’articolo che segue ti fornirà alcune informazioni che ti suggerisco di tenere presente per una lotta efficace. Solo comprendendo questi argomenti potrai evitare errori difficili da rimediare. E ti potrai liberare dalle formiche.
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Sfogliando le riviste o navigando nel web capita di leggere articoli che narrano della vita delle formiche: strillano di super poteri e originalità straordinarie. A noi uomini capita spesso di confrontare le nostre capacità con quelle di altre creature, e siamo impressionati da una forza imprevedibile, soprattutto se qualifica un piccolo insetto come la formica.
Tieni presente che le formiche sono capaci di incredibili azioni distruttive, che sono possibili per la numerosità degli individui che formano la colonia, molto efficienti nel cooperare aiutati da una prodigiosa comunicazione tra i consimili.
A proposito della numerosità di questi insetti, uno scienziato specialista di formiche (un mirmecologo), un giorno mi stupì.
Mi disse che immaginava la superficie della terra in modo particolare: “come fosse ricoperta da una rete formata da colonie di formiche“.
Qualche tempo dopo, di questo esclusivo modo di vedere il nostro pianeta, ho trovato conferma anche in un testo per specialisti del settore.
Il significato di questa singolare rappresentazione è particolarmente denso, è la semplificazione di ciò che non ci immaginiamo: le formiche sono distribuite in ogni regione e in quantità impressionanti.
In natura sono formidabili spazzini, utili anche per la lotta ai parassiti
Le formiche in natura svolgono funzioni importanti:
– ripuliscono il terreno dagli insetti morti che portano al nido come cibo;
– trascinano semi di cui si cibano e in parte spargono nell’ambiente, disseminando così le specie vegetali;
– rimuovono il terreno con un’azione più efficace di quella dei lombrichi, facendo circolare i nutrienti nel suolo forestale.
Particolarmente interessante è il comportamento della formica dei boschi. Sono insetti di notevoli dimensioni di colore rosso e nero, con popolazioni di milioni d’individui per ogni ettaro di terreno.
La formica dei boschi vive in nidi a forma di monticello (acervi), facilmente individuabili alla base degli alberi nelle foreste di conifere in montagna.
Essa svolge un ruolo ecologico importante, tenendo sotto controllo le popolazioni di insetti dannosi; per esempio, è antagonista della Processionaria del Pino.
Nella fotografia sotto è raffigurato un monticello – acervo – di formica dei boschi (Formica rufa), alla base di un Larice in una foresta mista di conifere. Dove c’è una nutrita popolazione di formica dei boschi, per un raggio di alcune decine di metri dall’acervo, gli alberi sono privi di Processionaria del pino.
Le formiche sono numerose, e abitano un mondo a noi sconosciuto
La consistenza delle popolazioni di formiche evoca numeri incredibili. Il peso complessivo degli individui presenti in ogni momento sulla terra – una formica pesa in media circa 4 milligrammi – sarebbe suppergiù quello di tutti gli uomini; niente male, visto che un’operaia ha una dimensione inferiore a un milionesimo della grandezza di uno di noi.
Probabilmente non ipotizzavi numeri così elevati, infatti, quello delle formiche, è un mondo particolare che facciamo fatica a capire; e non calcoliamo che si arrampicano dappertutto invadendo le tre dimensioni di ogni cosa. Non si limitano a frequentare le sole superfici piane, alle quali – suppongo – io e te, abbiamo istintivamente pensato.
Noi dovremmo immaginare le formiche: in doppia fila sul muro di un edificio, mentre risalgono una condotta elettrica, in un tombino, sulla trave di legno del tetto, nella cavità buia di un tronco, sulla corteccia di un ramo e sulle foglie, su un filamento di erba e sullo stelo di un fiore, sulla diramazione sinuosa di un cespuglio, anche nelle profondità del terreno. Ma quanto potrebbe essere lungo questo elenco? Prova (se vuoi) a immaginarlo!
Le formiche sono elusive, a volte impertinenti. Passeggiando in un bosco ti capiterà di osservarle, ma sono presenti anche in città e, se ti scappa l’occhio, probabilmente vedrai una formica sul marciapiede.
Sdraiandoti sull’erba di un prato, potresti sentire il formicolio che annuncia una presenza da qualche parte sul corpo; anche accostando la mano a un albero, una formica potrebbe infilare la manica della tua camicia: a me capita quando studio e fotografo gli insetti nelle foreste.
Per sperimentare il loro habitat dovremmo sfiorare con il naso il pavimento, poiché agiscono laboriose a un millimetro dal terreno. Con curiosità e un po’ di coraggio, dovremmo frugare con le mani tra le foglie del giardino, scortecciare un albero caduto a terra in un bosco, rivoltare una pietra o un piccolo ceppo; così facendo ci capiterà di aprire uno squarcio nell’incredibile quotidianità di queste creature, che rapidamente spariranno come ingurgitate dai tronchi o dalla terra che le ospitano.
Le formiche si radicano dappertutto
Nei nostri ambienti ci sono formiche di tutte le misure: si va da insetti quasi invisibili, a quelli che superano il centimetro; possono avere colori diversi: formiche rosse, formiche scure o nere, formiche colorate nei toni del giallo, arancioni e marroni.
Alcune specie di formiche pungono e mordono l’uomo, lo fanno per istinto, perché infastidite o per un comportamento frainteso: interpretato da loro come un’aggressione.
In Italia ci sono specie patogene diffuse in ogni ambiente, le riscontro con le mie analisi ambientali anche negli ospedali, nei luoghi di lavoro e nelle case.
Se hai visto una formica in cucina, indaffarata attorno a una briciola di pane, hai la certezza che non è sola. E’ la rappresentante di un’intera colonia che, se ben ramificata, può arrivare ad alcuni milioni d’individui.
Facilmente quell’insetto preleverà un granello di mollica e, se ne vale la pena, porterà di corsa quella molecola come assaggio alle compagne, anche loro indaffarate a cercare il cibo o impegnate nel nido con altri compiti specifici.
Stabilita la convenienza, presto un drappello di insetti giungerà sul posto e, l’iniziale prudenza dell’esploratrice solitaria, evolverà nell’eccitazione dell’intera frotta di formiche, che si assicureranno anche l’ultima inezia rimasta.
Il tragitto dal nido al cibo verrà marcato con particolari sostanze emesse dalle operaie nell’incalzare dei transiti; esse, si occuperanno di mantenere l’impronta olfattiva a ogni loro passaggio. Sono vere e proprie strade invisibili, corsie di andata e di ritorno, lungo le quali scorre il traffico: una circolazione intensa se il cibo è abbondante e considerato di qualità.
Quello che ho appena descritto ti potrebbe accadere; nella buona stagione è facile avere le formiche in casa. Anche se hai una particolare sensibilità verso la pulizia, alcuni minuscoli dettagli – è inevitabile – ti potrebbero sfuggire. Quelle minuzie rappresentano risorse convenienti per la colonia.
Abbiamo poca sensibilità biologica, e le formiche ne approfittano
Le formiche attecchiscono nell’anarchia e nelle ambiguità degli ambienti, prosperano in posti ignorati con negligenza o, più semplicemente, dove c’è poca sensibilità biologica.
Per esempio: vivono e si sviluppano tra le masserizie accumulate in un angolo del cortile, in una discarica, vicino al cassonetto dell’immondizia, tra gli avanzi di una mensa, ma anche in prossimità della pattumiera di casa, e in un infinità di altri posti.
Alle formiche basta un cantuccio dove poter iniziare lo sviluppo della colonia, con il tempo irrobustirla, assicurando la riproduzione della comunità. Hanno due priorità incisive: la ricerca della sicurezza che deriva da un nido protetto (dev’essere garantita nel tempo), e la disponibilità di cibo possibilmente vicino al rifugio.
I loro comportamenti sono dettati dall’istinto naturale. Ogni impulso passa attraverso la valutazione della convenienza, finalizzata al risparmio delle energie che servono per compiere ogni azione che avviene in modo calcolato.
La fotografia sopra raffigura alcuni esiti di un attacco di formiche in una casa di vacanza. In tutte le stanze, era abbondante la materia risultante dall’escavazione del legno strutturale e della coibentazione: infrastrutture sfruttare dalle formiche, per la costruzione del nido.
Sanno comunicare in un modo del tutto speciale
Uno dei principali motivi di successo delle formiche è la loro capacità di comunicare tra consimili. Si “parlano” con modalità straordinarie, usando un linguaggio particolarmente specializzato.
L’emittente è capace di dare svariati avvisi e, ogni messaggio, può essere declinato dando un’ulteriore descrizione della notizia.
Le informazioni di base corrispondono ad altrettante sostanze chimiche prodotte da particolari organi. La diversa natura dell’essenza elaborata e l’eventuale combinazione con altre sostanze, costituiscono le “parole” e le “frasi” di un efficace ed evoluto modo di “conversare” tra sorelle ( i maschi sono presenti nel nido solo prima del volo nuziale).
I segnali chimici descritti, in alcuni frangenti, sono associati a particolari movimenti del corpo (vibrano le mandibole, agitano l’addome …), al tatto, e all’emissione di suoni.
In questo modo: annunciano il pericolo; concertano le mansioni dentro il nido; segnalano la presenza di una fonte di cibo; organizzano i rapporti tra gli individui; e tante altre attività.
L’organizzazione interna della colonia è articolata, e il compito assegnato a ogni operaia può cambiare: le sorelle potrebbero sommare gli sforzi e aiutarsi in una particolare attività, oppure, scambiarsi reciprocamente i ruoli ricercando la massima efficienza.
Sono come un organismo gigante
Se incidentalmente un gruppo di formiche muore, in breve tempo, altre giovani sorelle subentreranno in sostituzione di quelle scomparse; la regina provvederà a deporre altre uova e l’organico verrà ripristinato in breve tempo.
La regina depone uova in continuazione, in alcuni casi, l’ovideposizione, avviene per stimolo dato dalle operaie, che rilevano la necessità di integrare il contingente con nuovi individui; essa vive protetta nell’intimo del nido, accudita dalle formiche figlie.
La regina si muove attraverso i corridoi del nido principale, raggiungendo ogni camera; ma potrebbe anche muoversi tra i nidi costruiti dalla stessa colonia, e dislocati nei paraggi. Una regina vive mediamente cinque anni.
Se la regina muore, le operaie potrebbero (è un’ipotesi solo potenziale), con un’alimentazione particolare, sviluppare sorelle immature in regina; ma è più ricorrente il caso che, dopo la morte della regina, la colonia declini fino all’estinzione dell’ultimo individuo.
La colonia per la solidarietà tra gli individui, la loro coesione, e per il sincronismo delle attività, è l’equivalente di un unico organismo gigante (il superorganismo).
È la materializzazione dell’aforisma: l’unione fa la forza! Per questi insetti tutto si compie a costo della vita del singolo.
In alcune specie i soggetti più anziani fungono da sentinelle e sorvegliano le zone periferiche del nido. Sono i primi a contrastare un’eventuale offensiva da parte di formiche forestiere; in questo modo la comunità risparmia gli individui più giovani, mantenendo la più alta efficienza possibile.
Per aiutarti a immaginare la colonia come un’entità omogenea, fitta di formiche, tutte solidali con le sorelle, ti confido una mia sensazione: quello che provo nella foresta quando fotografo un loro nido.
Davanti a un intrico di corpi, rullo di poco la ghiera dell’obiettivo, mettendo la scena leggermente fuori fuoco, in questo modo, la massa degli insetti mi appare come un corpo unico, solido e indivisibile, che si agita e si rimescola.
Tutti i singoli componenti della comunità sono programmati in due caste principali: quella dei reali riproduttori (femmine e maschi), e quella delle formiche operaie sterili, che include tutte le femmine specializzate in compiti diversi: sono foraggiatrici, balie per le sorelle immature, addette alla manutenzione dei corridoi e delle camere del nido, ecc.
In alcune specie sono presenti anche i soldati, riconoscibili per avere un capo e mandibole più sviluppati.
Per intenderci: le formiche che hai visto gironzolare in cucina, e che ti sollecitano a cercare i rimedi contro le formiche appartengono alla casta delle operaie, in particolare sono addette a procurare il cibo, per questo vengono chiamate foraggiatrici.
Il nido delle formiche
Un nido di formiche può avere un’architettura complessa, le dimensioni e la sua configurazione che può estendersi fino a una forma reticolare, dipendono: dalla specie, dall’età della colonia, dalla natura del terreno, dall’abbondanza delle risorse, e da altri fattori.
Il nido può essere conteso, disputato in combattimenti violenti tra le formiche operaie appartenenti a colonie che vivono vicine, e condividono l’habitat. Esso è un insieme di camere costruite su livelli diversi, che possono raggiungere strati del terreno profondi: ogni ambiente è collegato al precedente e a quello successivo, attraverso i corridoi.
Le formiche operaie sono molto attive nella manutenzione dei corridoi e delle camere, soprattutto verso quelle destinate all’allevamento delle larve. Assicurano la pulizia, e condizioni ideali di umidità e ventilazione.
Nel caso di siccità le formiche operaie, per mantenere un desiderato livello di umidità delle pareti del nido, raccolgono le gocce d’acqua e, scambiandosele di bocca in bocca, le distribuiscono per umettare gli interni.
Fotografia sopra: rosume di legno e residui di polistirene a terra sul pavimento di una casa di città. Sono le conseguenze di un attacco della formica Crematogaster scutellaris. La copertura della casa era costruita con un organismo strutturale in legno di conifera, sull’estradosso delle travi poggiava un tavolato di legno, sopra, era steso un doppio strato di polistirene. Il tetto dell’edificio è stato rifatto del tutto, a causa dei gravi danni provocati dalle formiche.
Possono danneggiare seriamente la casa
La stessa colonia di formiche può fondare più nidi, questo è ricorrente in alcune specie ben conosciute, tra le quali, per esempio, Crematogaster scutellaris. È una formica comune riconoscibile per il suo capo color rosso. Essa costruisce i nidi principali nel terreno attorno alla casa e, con il tempo, facilitata dalle mille opportunità domestiche, getta le fondamenta di rifugi satellite, articolandoli anche nel polistirene che coibenta la copertura dell’edificio.
I danni provocati all’isolamento del tetto sono spesso ingenti, in alcuni casi l’attività di C. scutellaris ha determinato il rifacimento della copertura della casa.
È interessante notare come esista un collegamento tra il nido principale e quelli secondari; ci sono sintomi che palesano questa connessione, segni che spesso passano inosservati: una spessa colonna – costante – di formiche che si arrampicano sul muro, è probabile che stia percorrendo la via principale di comunicazione.
Ci sono situazioni che si ripetono nelle case che ho visitato, e che hanno subito gravi danni dalle formiche: un prato ornamentale un po’ trascurato; aiuole che contornano il giardino con terreno mai dissodato; essenze arbustive o arboree radicate vicino all’edificio e ricolme di afidi; una ciotola zeppa di crocchette lasciata fuori dalla porta; piante rampicanti avviticchiate allo scarico di una gronda e cresciute fino a inghirlandare una parte del tetto. Sono circostanze che riscontro anche concomitanti.
Quello che ho descritto è il giardino ideale per una formica, con tante occasioni compiacenti: per annidarsi, vivere e riprodursi.
Le formiche hanno una capacità di adattamento straordinaria, sono perennemente alla ricerca di facili opportunità, che noi uomini forniamo gratuitamente e in assortimento, come conseguenza di comportamenti leggeri o poco diligenti.
Non dimentichiamo che in natura ricoprono il ruolo di abili spazzini, per la loro efficienza hanno una superiorità competitiva rispetto ad altre specie, riescono a prosperare anche nell’ambiente naturale che, rispetto a quello domestico, è più svantaggiato.
Infestano anche le case costruite da poco
Mi è capitato di affrontare infestazioni incredibilmente diramate nelle infrastrutture di case costruite solo due-tre anni prima. Di solito, i proprietari si dimostrano esterrefatti davanti allo schema della mappa dell’infestazione, che esprime l’articolazione e l’espansione delle propaggini del formicaio.
Nel tentativo di schiarire il viso esasperato di chi, da un giorno all’altro, si trova una casa nuova invasa dalle formiche, suggerisco una riflessione – vicina al vero – utile ad alleggerire: noi uomini costruiamo le nostre case sopra la casa delle formiche, loro sono arrivate in quel posto prima di noi.
Infatti, per costruire le fondamenta dell’edificio sbanchiamo il terreno e, così facendo, alcuni formicai vengono distrutti, altri, soltanto lesi parzialmente; dopo lo sconquasso, le formiche che avranno la possibilità si riorganizzeranno.
In alcuni casi, vengono introdotte nel giardino con il terreno riportato per compensare il piano di campagna sgangherato dai lavori di costruzione.
Ad ogni modo, una colonia ben organizzata, conserva buone prospettive di ripresa, anche se subisce gravi perdite, potendo ristrutturarsi in breve tempo: basta una regina e qualche operaia superstite.
Se sei in fondo a questo articolo, e hai letto con attenzione ogni capitolo, probabilmente avrai capito la mia vocazione per questi insetti: sono speciali.
Personalmente due formiche in casa non mi danno fastidio: le osservo, e nei boschi lascio che mi invadano parte del corpo.
Ma come in tutte le cose gli eccessi vanno contrastati, e il problema quando c’è va affrontato, ma con diligenza.
© Graziano Poli
Testi consultati:
Elementi di Ecologia – T.M. Smith, R.L. Smith – Sesta edizione – Pearson Education;
Il Superorganismo – Bert Hölldobler, Edward O. Wilson – Adelphi;
Formiche – Bert Hölldobler, Edward O. Wilson – Adelphi;
Artropodi di interesse dermatologico in ambiente confinato – Mario Principato, altri autori – Universitas Studiorum S.r.l.
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