Il Bosco del Lusignolo


Un esempio di difesa dei nuovi impianti arborei

Bosco Lusignolo - mappa

Il Bosco del Lusignolo è un progetto che nasce sulla carta alla fine degli anni Novanta nell’ambito dell’iniziativa “Dieci Foreste per la pianura” a cura della Direzione Generale dell’Agricoltura della Regione Lombardia.

L’inizio dei lavori viene fissato per il 2003 e l’impianto (40 ettari di bosco autoctono) viene inaugurato nei primi mesi del 2006.

Il bosco viene costituito mettendo a dimora esemplari di acero campestre, ontano nero, carpino bianco, frassino, pioppo, pruno, salice, tiglio, olmo ed esemplari arbustivi.

Bosco Lusignolo

Il nuovo impianto arboreo attira immediatamente diverse parassitologie sia di origine animale che vegetale che vanno a colpire soprattutto gli apparati fogliari dei giovani alberi.

Tali danni risultano estremamente pericolosi poiché nei primi anni di crescita gli alberi traggono energia per l’affrancamento solo dai processi fotosintetici che hanno luogo nelle foglie. La riduzione dell’apparato fogliare ha pertanto pesanti ripercussioni sull’attecchimento degli esemplari arborei e sulla loro vitalità iniziale.

Se una riduzione del 25% della massa fogliare può essere facilmente sopportata da un esemplare adulto grazie alle riserve energetiche accumulate negli anni precedenti, la stessa menomazione può di contro avere effetti letali sui giovani alberi, i cui elevati tassi di crescita richiedono apporti energetici cospicui.

Caliroa sp.

Per tale motivo i Comuni coinvolti nel progetto del Bosco del Lusignolo (San Gervasio Bresciano, Cigole, Milzano e Alfianello) si sono attivati per tutelare le delicate prime fasi di sviluppo del bosco.

Eurogreen, struttura che da anni con la sezione Arborea si prodiga per la cura delle malattie degli alberi, è stata contattata e ha predisposto un piano di monitoraggio per la rilevazione delle principali patologie presenti nel bosco.

Sopralluoghi settimanali e l’uso di trappole a feromoni hanno permesso ai tecnici Eurogreen di identificare gli agenti patogeni e classificarli in base al loro grado di pericolosità nei confronti degli esemplari di recente piantagione.

Per gli agenti più dannosi (ifantria americana, caliroa, mal bianco e metcalfa) sono state predisposte schede di rilevamento particolareggiate allo scopo di identificare il momento più opportuno per mettere in atto le adeguate strategie di controllo.

Ifantria americana

Utilizzando i principi della lotta integrata sono state fissate, per ciascun agente patogeno, le corrispondenti soglie di intervento superate le quali si rendeva necessario l’intervento di contenimento del parassita.

Nel pieno rispetto dei cicli biologici della flora e della fauna presente nel bosco, sono stati utilizzati principi attivi a basso impatto ambientale. Inoltre, a maggior tutela dei principi di eco-compatibilità, gli interventi sono stati strettamente localizzati sugli esemplari che manifestavano il quadro patologico evitando inutili e dannose aspersioni dei prodotti nell’ambiente.

L’estrema sensibilità ambientale che caratterizza Eurogreen abbinata ad una continua ricerca di soluzioni sempre più rispettose del sistema albero, hanno rappresentato punti di forza per il conseguimento di eccellenti risultati sul campo.

Le popolazioni patogene monitorate infatti sono state ricondotte a livelli tali da non costituire pericolo per l’albero in crescita. Inoltre le modalità di esecuzione degli interventi di controllo non hanno arrecato alcun disturbo ai cittadini che hanno frequentato nel frattempo il bosco.

La salvaguardia e la protezione del verde sono tra i punti cardine sui quali Eurogreen basa i propri interventi. Nulla viene lasciato al caso e tutto viene ricondotto ad una attenta e precisa analisi dei fattori fisici, chimici e biologici che possono creare problemi agli alberi e ai loro fruitori.

 

Graziano Poli

Sono un disinfestatore esperto. I miei progetti di lavoro sono orientati all'ecologia applicata, e alla prevenzione. Per hobby fotografo la natura; anche quella che entra dentro casa.

Aree geografiche di intervento

Effettuiamo trattamenti antitarlo nelle seguenti regioni:
Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo.