Il sistema albero


Gli alberi sono piante legnose che possono raggiungere rilevanti dimensioni. Grandi laboratori biochimici in grado di trasformare l’energia luminosa in energia chimica e attraverso questa elaborare molecole complesse che andranno a costituire la loro struttura, rappresentano l’anello di base del ciclo vitale della materia.

Il processo fotosintetico mantiene sotto controllo il contenuto di anidride carbonica nell’aria e nel contempo la arricchisce continuamente di ossigeno, elemento indispensabile per la nostra esistenza.

Gli alberi captano gli inquinanti diffusi nell’aria, abbattono lepolveri sospese, attenuano i rumori, impediscono l’erosione superficiale, modificano il microclima stemperando gli eccessi termici, fitodepurano l’acqua contenuta nel suolo ma possiedono anche effetti benefici di tipo paesaggistico e sociale.

Un ambiente alberato è sicuramente più piacevole rispetto ad un ambiente spoglio e/o dominato da strutture cementizie. Funzioni ricreative e naturalistiche si fondono insieme per la realizzazione di un paesaggio di elevato valore estetico e rendono più accattivante l’ambiente attraverso la modulazione di forme e colori variabili nel tempo.

Se si vogliono preservare gli alberi affinchè essi mantengano le caratteristiche di bellezza, sanità, sicurezza e longevità, bisogna partire da un presupposto fondamentale: la conoscenza della loro biologia. Solo comprendendo i fenomeni morfo-fisiologici che avvengono negli alberi, sarà possibile attuare tutte le strategie che permettano loro di crescere, svilupparsi e vivere a lungo.

La biologia degli alberi comprende lo studio della loro anatomia e delle loro funzioni, dei processi fisiologici che permettono loro di interagire con l’ambiente circostante e dei problemi patologici connessi con le interazioni con l’uomo, l’ambiente, i parassiti animali e vegetali.

Le foglie

Le foglie possono essere considerate il laboratorio chimico di un albero. Svolgono diverse funzioni la più importante delle quali è l’attività trofica.

Le piante notoriamente mangiano attraverso la radice e attraverso le foglie. Le prime assorbono acqua ed elementi nutritivi semplici (sostanze inorganiche come nitrati, solfati, fosfati, etc.). Le foglie tramite la fotosintesi clorofilliana costruiscono, partendo dalle molecole assorbite dalla radice, dalla anidride carbonica contenuta nell’aria e grazie all’energia luminosa fornita naturalmente dal sole, tutte le molecole organiche di cui necessitano (carboidrati in primo luogo ma anche proteine, lipidi e acidi nucleici).

Le molecole così sintetizzate vengono veicolate al resto della pianta per essere utilizzate nei processi respirativi (produzione di energia), nella costruzione delle singole parti della pianta (rami, radici, foglie) oppure vengono accumulate sottoforma di sostanze di riserva.

Strutturalmente nelle latifoglie la foglia è una lamina appiattita costituita da due lembi rivestiti da due epidermidi (una superiore e una inferiore) che racchiudono il mesofillo fogliare.

Sull’epidermide inferiore sono presenti gli stomi, minuscole aperture attraverso le quali l’anidride carbonica può penetrare e arrivare fino ai centri fotosintetici (i cloroplasti). Nel contempo nella foglia avviene un altro scambio gassoso: acqua sottoforma di vapore esce attraverso gli stomi dando luogo allatraspirazione. Quando la pianta traspira, una lunga colonna di acqua si muove lungo il sistema vascolare dalle radici fino alle foglie provocando l’assorbimento di altra acqua e dei relativi minerali disciolti in essa.

Le nervature ben evidenti sulle lamine fogliari costituiscono l’estremità apicale del sistema conduttore (xilema e floema).

Luce e acqua stimolano l’apertura degli stomi. Ma quando la temperatura si alza troppo, la pianta per non perdere troppa acqua, chiude gli stomi e blocca pertanto la fotosintesi (stress idrico).

Sia le piante a foglia caduca che le sempreverdi ricambiano periodicamente il proprio fogliame. Le caducifoglie perdono le foglie in un breve lasso di tempo rimanendo spoglie per tutti i mesi invernali. Le piante sempreverdi invece conservano le foglie per più anni (generalmente 2-3) e quindi il loro distacco è prolungato nel tempo.

Il distacco della foglia si ha mediante la produzione di un setto di separazione tra la base del picciolo e il fusto. Prima però che si formi il setto la pianta provvede a prelevare dalla foglia tutte le sostanze che potrà immagazzinare e riciclare successivamente. È per questo motivo che le foglie in autunno cambiano colore virando al giallo, rosso o marrone.

La radice

L’apparato radicale di un albero svolge un triplice ruolo: sostegno, nutrizione e riserva. La funzione di sostegno viene svolta dalle radici più grosse che hanno una struttura molto estesa e ancorano l’albero al terreno. Le porzioni terminali, molto sottili e riccamente coperte da minuscoli peli radicali hanno invece il compito di rifornire continuamente l’albero di acqua e sostanze minerali. Nel contempo la radice accumula sostanze di riserva che potranno essere utilizzate per la creazione di nuovi tessuti.

L’apparato radicale ha un andamento preferibilmente orizzontale. Nei primi 30-35 cm di terreno è compreso il 90% dell’apparato ipogeo poiché in questo strato vi è la maggior disponibilità di ossigeno, indispensabile per la respirazione cellulare, e di acqua. La sua espansione è continuamente tesa alla ricerca di acqua e sostanze nutritive, in competizione con le radici di altre piante e dei microrganismi normalmente presenti nel suolo.

La sua crescita si attua per allungamento e aumento del diametro. L’allungamento avviene solo nella parte terminale dove è presente uno strato gelatinoso di cellule chiamato cuffia (1-2 mm) che ha lo scopo di perforare il terreno consentendo la crescita della radice. Al di sotto della cuffia si trova l’apice radicale che è costituito da cellule in continua divisione (cellule meristematiche) e che sono le vere responsabili dell’avanzamento della cuffia.

Seguono la zona di differenziazione e la zona pilifera. La prima, priva di peli, viene anche chiamata zona liscia ed è estremamente importante poiché è qui che si incominciano a differenziare i tre tessuti fondamentali della radice: il tessuto tegumentale, il tessuto parenchimatico ed il tessuto vascolare.

La zona pilifera è la diretta responsabile della funzione trofica della radice. I peli radicali che la compongono sono strutturati in maniera tale da permettere, mediante fenomeni osmotici, l’assorbimento di acqua e sostanze nutritive minerali. I peli radicali hanno una vita molto limitata (circa 1 mese).

Quando la radice perde i peli radicali smette la sua funzione trofica, diventa legnosa ed assume la duplice funzione di ancoraggio e riserva. L’assorbimento pertanto è circoscritto ad una zona ben limitata della radice. Purtroppo durante i trapianti buona parte della superficie assorbente viene persa. Per questo motivo diventa di fondamentale importanza, per un buon attecchimento dopo il trapianto, che le dimensioni della zolla siano adeguate alle dimensioni dell’apparato radicale.

Graziano Poli

Sono un disinfestatore esperto. I miei progetti di lavoro sono orientati all'ecologia applicata, e alla prevenzione. Per hobby fotografo la natura; anche quella che entra dentro casa.

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